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FILM / RECENSIONI

Hooked

di 

- L’enigmatico primo lungometraggio del regista romeno ha ricevuto molti riconoscimenti da quando è stato presentato in prima mondiale alla Mostra di Venezia

Hooked [+leggi anche:
trailer
intervista: Adrian Sitaru
scheda film
]
, l’enigmatico primo lungometraggio del prolifico autore di corti e di film per la televisione, il regista romeno Adrian Sitaru, ha vinto diversi premi da quando è stato presentato in prima mondiale all'ultima Mostra di Venezia: tra questi, un Alexander d'argento e il premio della migliore attrice (ex-aequo) al Festival di Salonicco, oltre al Premio New Voices/New Visions al Festival di Palm Springs.

Questo titolo low budget (è costato circa 100 000 euro) è una coproduzione franco-romena tra la società di Sitaru, 4Proof Film, e Arte France Cinema e Movie Partners In Motion Film (società guidata da Marie-Pierre Macia e Juliette Lepoutre). Rezo, che si occupa delle vendite internazionali, ha già preso accordi per la distribuzione del film in numerosi territori europei.

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Hooked non è solo l’interessante ritratto di una coppia sull’orlo della separazione, ma anche un interessante esercizio di stile: il lungometraggio, girato tutto in soggettiva, alterna in modo fluido il punto di vista dei diversi personaggi.

Partiti con la loro auto per una gita in riva al lago, Mihai (Adrian Titieni) e Sweetie (Ioana Flora) discutono animatamente e investono accidentalmente la prostituta Ana (Maria Dinulescu). Inizialmente convinti che sia morta, la trascinano in mezzo al bosco indecisi su cosa fare del corpo; ma Ana inaspettatamente si riprende e, apparentemente ignara di quanto accaduto, un po’ alla volta si insinua nella vita della coppia, mettendo a dura prova l’equilibrio di un rapporto già in crisi.

Sitaru ha lavorato a 16 stesure della sceneggiatura e ha impiegato tre anni per realizzare un film scarno e asciutto, per il quale ha detto di essersi ispirato anche al Dogma. Hooked si distingue dagli altri titoli romeni di recente successo (quelli appartenenti alla cosiddetta "Nouvelle Vague romena") per il contesto del film, che è contemporaneo e non storico. "Non volevo parlare dei problemi politici del mio paese, ma focalizzarmi piuttosto sul comportamento umano", spiega il regista.

Il direttore della fotografia Adrian Silisteanu ha avuto un ruolo importante nel film. Egli aveva a disposizione solo una telecamera MiniDV: con nessuna macchina da presa HD o 35mm avrebbe potuto infatti realizzare riprese con movimenti costanti a 360 gradi, coreografati assieme agli attori.

L'attrice Maria Dinulescu descrive il lavoro per questo film come un'esperienza unica e molto dura: “Abbiamo fatto moltissime prove con la telecamera, una per ogni passo o movimento, perché non potevamo assolutamente permetterci di improvvisare". Il fatto che il progetto fosse praticamente no-budget non è stato un problema, ha poi detto scherzando: "Noi attori, dopo aver letto una sceneggiatura così buona, non abbiamo chiesto alcun compenso, e comunque non ce ne sarebbe stato nessuno a disposizione!”.

Adrian Sitaru sta ora lavorando al suo prossimo film, una storia molto personale sulla malattia della madre intitolata Of Love, With Best Intentions. Questo progetto, sviluppato nell'ambito della Cinefondation Residence, ha ricevuto un aiuto alla produzione del Centro della cinematografia romeno in occasione della sessione autunnale di distribuzione dei sostegni. Le riprese dovrebbero cominciare nel secondo semestre di quest'anno.

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