Martel, ovvero l'ottimismo
di Vitor Pinto
A pochi giorni dalla sua uscita locale, il terzo lungometraggio di Lucrecia Martel, La donna senza testa [+leggi anche:
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scheda film], è stato proiettato fuori concorso al 46° Gijón Film Festival. Presentato a Cannes (leggi news), il film è, senza dubbio, la più importante delle tre co-produzioni europee-argentine proposte quest'anno al festival.
Le altre due sono Liverpool, lungometraggio catalano-argentino di Lisandro Alonso, e il debutto di Pablo Agüero, Salamandra [+leggi anche:
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scheda film], progetto franco-tedesco-argentino.
La 42enne Martel, già al lavoro sullo script del suo prossimo film, El Enternauta, basato su un fumetto che racconta un'invasione aliena a Buenos Aires, ha parlato a Gijón di Pedro Almodóvar, co-produttore con El Deseo de La donna senza testa.
"Mi ricordo che la prima volta che al cinema ho riso come una pazza era per un suo film", ha ammesso Martel. "Poi ho saputo che aveva apprezzato il mio lungometraggio di debutto e ci siamo sentiti per lavorare assieme a La Niña Santa. Sono stata fortunata, di solito le compagnie... che hanno dietro personalità tanto forti, come El Deseo, tendono ad essere molto aperte nei confronti del cinema d'autore e sanno come renderlo visibile ad un pubblico ampio".
Per Martel, questo è un tema assai spinoso: "Il concetto di diversità, la differenza e l'alternativo sembrano remare contro il mercato. Più il plot è omogeneo più è facile da commercializzare. La mia unica speranza è che la crisi della quale tutti parlano possa essere così profonda da poter poi solo migliorare le cose. Dopo una crisi si esce sempre più forti". Forse nessuno se n'è accorto guardando i suoi film, ma Martel è un'ottimista.
La donna senza testa uscirà in Spagna venerdì per Warner Bros España.
(Tradotto dall'inglese)
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