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FESTIVAL Italia / Spagna

A Roma il nuovo cinema spagnolo

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Tolti i soliti noti (soprattutto Almodóvar) e qualche nome di punta del nuovo cinema di genere, ben poco si conosce in Italia della recente produzione spagnola. A colmare la lacuna, cinemaSpagna propone (dal 16 al 22 maggio, presso il Farnese di Roma) dieci lungometraggi, tutti inediti – unica eccezione: Volver [+leggi anche:
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– e spesso in anteprima nazionale.

I maestri, per cominciare: come Pere Portabella, l’anno scorso alla Mostra di Venezia con El silenci abans de Bach, e storico produttore di capolavori come Viridiana di Luis Buñuel. E poi attore-regista-scrittore Fernando Fernán-Gómez, scomparso nel novembre scorso e omaggiato con la proiezione di due classici: El viaje a ninguna parte, che nel 1987 gli valse il Goya per il miglior film; e Los Zancos di Carlos Saura (1984).

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Ma l’evento – prodotto da Viridiana Media in collaborazione con il London Spanish Film Festival, e con il sostegno dell’Instituto Cervantes e della Real Academia de España en Roma – è in primo luogo l’occasione per conoscere autori (e titoli) poco noti al pubblico italiano: anche se molto premiati in patria, come il doppio ritratto di donna offerto da La Soledad [+leggi anche:
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di Jaime Rosales.

In anteprima italiana si vedranno la commedia Amigos de Jesús di Antonio Muñoz de Mesa (miglior opera prima al Festival di Malaga) e Lo que sé de Lola [+leggi anche:
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di Javier Rebollo, che ha fatto parlare – per l’influenza del cinema francese – di “Nouveau Cinéma Espagnol”.

Molti gli esordi, a partire da Bajo las estrellas [+leggi anche:
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di Félix Viscarret; e molti anche i cortometraggi (con una finestra interamente dedicata alla produzione basca). I Paesi Baschi sono protagonisti anche di uno dei due documentari di Orson Welles in programma, La Pelote basque (l’altro è Madrid Bullfight, sulla corrida).

E a proposito di documentari e di grandi autori, da segnalare Un lugar en el cine di Alberto Morais, riflessione a più voci (su tutti, Victor Erice e Theo Angelopoulos) sul cinema di Pier Paolo Pasolini.

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