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LOCARNO 2022 Concorso

Recensione: Human Flowers of Flesh

di 

- Helena Wittmann cita Beau Travail nel suo ultimo lungometraggio, l'esempio di cinema lento più lento degli ultimi tempi

Recensione: Human Flowers of Flesh
Angeliki Papoulia (centro) in Human Flowers of Flesh

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Helena Wittman si occupa di tutto in Human Flowers of Flesh [+leggi anche:
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, scrivendo, dirigendo, filmando e montando un film che rimane opaco in un modo frustrante per tutto il tempo. Nonostante quel titolo appariscente, che suggerirebbe un ulteriore passo di Locarno verso il cinema di genere che purtroppo non è accaduto quest'anno, il film non è violento e non è esuberante, l'esempio più lento di cinema lento della storia recente.

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Angeliki Papoulia interpreta una donna che vive su una barca con un equipaggio di cinque uomini. La sua indipendenza è in qualche modo interessante per chi la conosce, supponendo che sia vero che "vive la sua vita molto libera". Probabilmente è vero: può ascoltare il mare tutto il giorno o conversare con persone baciate dal sole che vanno e vengono. Ma una scena sembra suggerire che non sia così interessata alle chiacchiere estive di Marsiglia. Sta cercando qualcosa, qualsiasi cosa: un obiettivo.

Lo trova, in un posto molto strano. Ida rimane infatti affascinata dal mito della Legione Straniera francese, quel ricordo del passato tutt'altro che glorioso che in qualche modo è ancora sopravvissuto a tutte le tempeste. Wittman, a quanto pare, ha avuto un incontro simile ed è interessata all'inafferrabilità, alla routine di questi uomini e al loro mondo chiuso alle donne. Quando Ida decide di dirigersi verso il quartier generale originario della Legione a Sidi Bel Abbès, non viene spiegato molto, ma forse non serve proprio un motivo. Se è davvero un'esistenza di assoluta libertà - o noia - la più piccola scusa può spingerti in una nuova direzione.

Wittmann, che fa apertamente riferimento a Beau Travail di Claire Denis – con Denis Lavant che si presenta all'improvviso, interpretando lo stesso personaggio e annunciando che i legionari sono “ovunque” – non sembra tuttavia molto interessata a fare dichiarazioni politiche sul colonialismo o sul potere in generale. Nonostante tutte le sue citazioni, questo film è al suo stesso livello, noioso o ipnotico in modo stordente.

Detto questo, la sua intenzione principale sembra chiara: vuole che i suoi spettatori guardino. Al mare, all’acqua, un lungo sguardo senza distrazioni. C'è sicuramente un sacco di tempo per farlo, tempo anche per lenti baci e lenti gesti. Questo ritmo tranquillo, quasi innaturale, fa sembrare Human Flowers una specie di storia di fantasmi. Sono spiriti che viaggiano perché non hanno nessun posto dove andare, nessuna storia da condividere e nessun ricordo, si potrebbe dire. A parte alcune vecchie cartoline da guardare.

Human Flowers of Flesh è prodotto da Fünferfilm in coproduzione con Tita B Productions. Shellac si occupa delle vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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