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PRODUZIONE / FINANZIAMENTI Italia

Francesco Barilli conclude le riprese de Il Paese del melodramma

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- Il regista e sceneggiatore porta il cinema di genere noir nel Teatro Regio di Parma, con le musiche di Giuseppe Verdi

Francesco Barilli conclude le riprese de Il Paese del melodramma
Luca Magri sul set di Il Paese del melodramma

Si sono concluse a Parma le riprese del film Il Paese del melodramma, scritto e diretto da Francesco Barilli e prodotto dalla Avila Entertainment di Luca Magri, Antonio Amoretti e Pietro Corradi. La location dell’ultimo periodo di riprese del nuovo film del regista, attore, sceneggiatore e pittore parmense è stata il Teatro Regio, tra i più prestigiosi e noti teatri al mondo, un’eccellenza della tradizione operistica, in cui sono stati girati anche Prima della Rivoluzione di Bernardo Bertolucci e Opera di Dario Argento, e che è già stato omaggiato da Barilli in un documentario del 2015 che ne ripercorre i suoi quattrocento anni di storia.

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Il regista racconta con tinte noir le vicende di Carlo Gandolfi (Luca Magri, con cui Barilli ha già collaborato più volte nella sua carriera: Il Solitario, La casa nel vento dei morti, il cortometraggio L’Urlo), bravissimo cantante lirico, la cui carriera si è bruscamente interrotta dopo la morte della moglie e della figlia. Da allora è un uomo alla deriva, in preda al vizio dell’alcol. La Morte in persona (il francese Luc Merenda, uno dei volti simbolo del cinema italiano degli anni ’70, già diretto da Barilli in Pensione paura nel 1977) decide che è il momento per lui di tornare ad essere protagonista del palcoscenico: vuole che interpreti il Macbeth di Verdi e che sia perfetto. Altrimenti, lo porterà con sé nel suo regno.

Nel cast ci sono anche Nina Torresi, Eugenio Degiacomi e Stefano Pesce. La direzione della fotografia è affidata a Alessio Gelsini Torresi (Sul mare [+leggi anche:
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), il montaggio a Nicola Tasso, che ha firmato anche la sceneggiatura con Barilli. “Il Paese del melodramma - scrive il regista in una nota - è un film sulla lirica, sul Teatro Regio di Parma, sulla dipendenza dall’alcol e sulla tragedia umana. Tra i vari personaggi il più interessante è quello della Morte che ama la musica e Giuseppe Verdi. La Morte è stanca di trasformare gli uomini in cadaveri ed è innamorata dell’arte, perché l’arte in tutte le sue forme non muore mai, mentre muoiono gli autori, lasciando per sempre cose meravigliose. Gli uomini e le donne di questa vicenda sono solo dei burattini in mano al più grande burattinaio della storia: la Morte”.

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