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TRIBECA 2022

Recensione: Woman on the Roof

di 

- Il nuovo film di Anna Jadowska è un duro e coinvolgente esame del disagio dell'età avanzata e di un atteggiamento sociale nei confronti delle donne che è fondamentalmente sbagliato

Recensione: Woman on the Roof
Dorota Pomykala in Woman on the Roof

Basato su una storia vera, Woman on the Roof [+leggi anche:
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intervista: Anna Jadowska
scheda film
]
ha per protagonista Mira (Dorota Pomykala), 60 anni, che esce per comprare del cibo per pesci e poi cerca di rapinare una banca. Se la premessa fa pensare ad una dark comedy, la regista Anna Jadowska adotta un approccio disinvolto, cupo e fragile mostrando come la vita e l'identità di Mira siano state lentamente erose, lasciandola a fare poco più che gridare nell'oscurità. Eppure, come il film presentato in anteprima all’ International Narrative Competition del Tribeca chiarisce a sufficienza, non c'è nessuno a dare ascolto a questo grido.

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Dopo aver mostrato sin dall’inizio lo stato della psiche di Mira - la vediamo in bilico sul bordo del tetto del condominio in cui vive - il film passa rapidamente alla goffa ribellione della donna, mentre minaccia un cassiere di banca con un coltellino. Dopo l’ovvio fallimento della rapina, la maggior parte del film si occupa delle conseguenze di questo  atto. La presenza della donna alla stazione di polizia suscita pettegolezzi tra amici e conoscenti. Suo marito e suo figlio sono  imbarazzati dal suo comportamento. Altri incidenti successivi attirano assistenti sociali disinteressati che tentano svogliatamente di andare a fondo del comportamento di Mira.

Tutti mostrano una preoccupazione di superficie, ma non c'è nessuno a cui importi davvero. Le reti di supporto che dovrebbero soccorrere la donna non si sforzano più di tanto. Anche quando le ragioni specifiche del comportamento di Mira iniziano a rivelarsi, suo marito mostra poca partecipazione e suo figlio si prepara a trasferirsi nel Regno Unito. Mira viene lasciata sola a lottare non solo con le conseguenze delle sue azioni impulsive, ma anche con le circostanze che l'hanno portata a compierle.

Jadowska disegna il mondo in cui abita Mira con puro realismo,  lasciando pochissimo spazio alla leggerezza o all'amore. Il direttore della fotografia Ita Zbroniec-Zajt pervade tutto di bianchi spietati o grigi glaciali. Anche se gran parte del film è girato in una luce solare estiva, si crea la sensazione di un ambiente duro ed esposto, piuttosto che caldo e accogliente.

Il film deve molto alla sbalorditiva interpretazione di Pomykala, che  effettivamente in ogni scena del film porta tutto sulle sue spalle con un potere silenzioso. Irradia dolore, confusione e tranquilla disperazione, contro un costante senso di sfida che va oltre il suo tentativo fallito di rapina.

Apparentemente Woman on the Roof è uno studio sul personaggio che esplora il malessere che può colpire una persona che entra nei suoi anni crepuscolari, e chi soffre di depressione non curata. Ma il film è anche un duro rifiuto del trattamento riservato alle donne all'interno della società polacca. Con le idee antidiluviane della Polonia nei confronti dell'aborto e una narrativa pervasiva secondo cui le donne dovrebbero essere felici di stare a casa e avere figli, Mira è un chiaro esempio di ciò che può accadere quando una persona ha adempiuto al proprio ruolo. Forse non è un caso che il suo lavoro sia quello di ostetrica, che vede la nuova generazione dare alla luce figli non necessariamente desiderati..

Il generale tono oscuro del film potrebbe rendere più difficile trovare un vasto pubblico. Ma i frequentatori del festival dovrebbero essere attirati da Woman on the Roof perché si rivela una visione cupa ma avvincente, con un finale che dà un briciolo di speranza.

Woman on the Roof è una coproduzione tra Polonia, Svezia e Francia con Donten & Lacroix Films, Blick Productions e Garagefilm. Le vendite internazionali sono affidate alla parigina Loco Films.

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(Tradotto dall'inglese)

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