email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

CANNES 2022 Quinzaine des Réalisateurs

Recensione: Un varón

di 

- CANNES 2022: L'esordio del regista colombiano Fabián Hernández offre una versione queer di una storia di formazione nel mondo delle gang

Recensione: Un varón
Dylan Felipe Ramírez Espitia in Un varón

Carlos (Dylan Felipe Ramírez Espitia), il giovane protagonista del primo lungometraggio di Fabian Hernández, è davvero un maschio come dice il titolo? "Maschio" non è tanto un descrittore diretto quanto un sigillo di approvazione, o l'equivalente di una laurea con lode per aver primeggiato nelle strade malfamate di Bogotà. E Carlos, un residente infelice e inquieto di un centro di accoglienza per giovani, sta tremando sul precipizio in cui l'infanzia o la fanciullezza si trasformano in presunta virilità. Mentre molti film sugli adolescenti mostrano tentativi di maturità incerti o accattivanti, Carlos vuole solo raggomitolarsi e nascondersi.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

La risposta, o la spiegazione, come dice Hernández con una sensibilità ammirevole, è che Carlos si sta rendendo conto che la sua queerità latente, la sua esistenza per strada, e la crescente relazione con un criminale locale, metteranno a soqquadro la sua giovane vita. Un varón [+leggi anche:
trailer
intervista: Fabian Hernández
scheda film
]
, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del settantacinquesimo Festival di Cannes, mostra alcuni dei segni instabili e poco sviluppati di un'opera prima, ma si distingue per la visione originale del suo ambiente e per le belle immagini che evocano una sorta di desolazione urbana fotogenica. È del tutto evidente che il film proviene da un luogo molto personale per Hernández, prima ancora di leggere il suo background e le sue ispirazioni.

Nel centro di accoglienza per giovani in cui risiede, Carlos non se la passa bene, ma possiamo percepire un pragmatismo e una forza d'animo interiore, nonostante le sue insicurezze. Si trova lì perché sua madre è in carcere, mentre sua sorella Nicole (Juanita Carrillo Ortiz) lavora "per strada" - come dice lei - come lavoratrice del sesso. L'istruzione non è in programma: le sue ore diurne sono dedicate al lavoro nei cantieri di demolizione vicini, che la fotografia di Sofia Oggioni mostra come sculture rocciose sperimentali. Freddy (Jhonathan Steven Rodríguez), un collega più anziano, prende in simpatia Carlos, non con particolari intenzioni maliziose, ma più che altro per avviarlo al rito di passaggio verso l'intelligenza e la credibilità di strada che sembra essere previsto per i giovani nella sua posizione. Come dicono i discorsi alla telecamera degli altri residenti del rifugio - che sognerebbero di essere sotto l'ala di Freddy - "la strada ha dei tentacoli che ti tirano dentro". E che non tollerano "né spie, né strani, né froci".

Con una durata inferiore agli 80 minuti, esclusi i titoli di coda, Un varón punta intenzionalmente a un'atmosfera da racconto breve e, come molti dei migliori di questo genere letterario, non si preoccupa tanto della narrazione quanto a collegare le varie impressioni e vignette. All'inizio del film, un lungo tratto che segue Carlos mentre trascorre una notte fuori casa alla vigilia di Natale, dà immediatamente la sensazione che Hernández stia realizzando qualcosa di ricco: non c'è alcuna richiesta rigida di causa-effetto, ma solo una catena costante di eventi, tra cui un tentativo fallito di sesso eterosessuale con una prostituta, che indicano lo stato d'animo di Carlos.

La parte finale della trama, in cui Carlos viene incaricato da Freddy di uccidere qualcuno, è meno convincente e non fornisce sufficientemente la catarsi a cui Hernández mira. È inteso come un momento decisivo, da parte di Freddy, per il raggiungimento dell'identità maschile di Carlos, ma questo regista promettente sa che arrivare alla propria identità sessuale non è un processo così lineare. E che è necessario amare se stessi, come ogni altra cosa.

Un varón è una coproduzione tra Colombia, Francia, Olanda e Germania, di Medio de Contención Producciones, In Vivo Films, Fortuna Films e Black Forest Films Gmbh. Le sue vendite internazionali sono gestite dalla compagnia di Dubai, Cercamon.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy