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CANNES 2022 Quinzaine des Réalisateurs

Recensione: Falcon Lake

di 

- CANNES 2022: Il debutto alla regia di Charlotte Le Bon non è certamente il film di formazione che ci si potrebbe aspettare di vedere

Recensione: Falcon Lake
Joseph Engel e Sara Montpetit in Falcon Lake

A prima vista, il debutto alla regia di Charlotte Le Bon è una sorta di dramma tradizionale sul raggiungimento dell'età adulta. Tuttavia, condurrà lentamente gli spettatori in un territorio raramente esplorato dal genere. Il film, intitolato Falcon Lake [+leggi anche:
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scheda film
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, è uno dei film partecipanti alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes di quest'anno.

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Basata sulla graphic novel A Sister di Bastien Vivès, e scritta dalla stessa regista, la storia ruota attorno al dodicenne taciturno Bastien (interpretato da Joseph Engel) e a una ragazza sfrontata quattro anni più grande di lui, Chloé (Sara Montpetit). Entrambi trascorrono le vacanze estive con le rispettive famiglie in una baita sul lago, da qualche parte in Quebec. Fin dall'inizio scopriamo che il lago è infestato da una leggenda spettrale e l'atmosfera sembra un po' troppo cupa per un film sulla gioventù. L'inquietante colonna sonora composta da Shida Shahabi e il cielo grigio fotografato magnificamente da Kristof Brandl sembrano suggerire che qualcosa di spaventoso potrebbe accadere in qualsiasi momento, suscitando forse troppe domande. Ci sono anche alcuni simboli che non lasciano presagire nulla di buono, come l'improvvisa scoperta di un cervo morto da parte di Bastien mentre torna a casa da una festa.

Nonostante la differenza di età e l'ultima relazione straziante di Chloé, i due iniziano a formare un legame singolare. In particolare, gli spettatori assisteranno alle turbolenze emotive del ragazzo, che sono quelle tipiche di un ragazzo della sua età. Bastien è pronto a scoprire l'altro sesso e il suo posto nel mondo. Gli adulti si vedono raramente sullo schermo, agendo di solito sullo sfondo: una scelta che probabilmente dimostra come i genitori non siano in grado di comprendere le preoccupazioni dei figli.

Per questo motivo, Falcon Lake riflette molti dei tropi che si possono trovare in altri film del genere. Due terzi del film non colpiscono certo per la loro originalità: vediamo i due avvicinarsi sempre di più, divertirsi, fare festa, ubriacarsi, fumare e fare le cose che fanno i ragazzi della loro età (oltre a troppe urla improvvise, provocate da scherzi e dall'eccitazione generale). L'ultima parte, tuttavia, porta gradualmente la storia a una sorta di livello "ultraterreno", e questo spiega in qualche modo perché l'intera narrazione abbia assunto un'aura triste, quasi deprimente.

Senza entrare troppo nei dettagli per non rovinare il finale, alcuni spettatori potrebbero trovare eccessivamente drammatica una delle ultime scelte del personaggio, ma anche non così sorprendente, visto che arriva dopo oltre un'ora di episodi diegetici ed extradiegetici che la richiamano, con vari gradi di sottigliezza. È una scelta pensata per dividere il pubblico, che può apprezzare o semplicemente essere stremato dalla presenza di questa "minaccia" incombente per tutta la durata del film.

Nel complesso, Engel e Montpetit fanno un buon lavoro nell'interpretare i loro ruoli: uno è un adolescente credibile, privo di fiducia in se stesso e condannato dal desiderio di appartenere e di essere riconosciuto; l'altro è una ragazza che non vede l'ora di crescere ma che segue il branco, a prescindere da tutto.

Falcon Lake è una coproduzione franco-canadese di Cinéfrance Studio, Metafilms e Onzecinq, in collaborazione con Ley Line Entertainment, Les Productions du Ch’Timi, Radio Canada e Super Écran, e in associazione con Cofinova e Cinémage. Memento International ne gestisce le vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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