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CANNES 2022 Concorso

Recensione: Forever Young - Les Amandiers

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- CANNES 2022: Valeria Bruni-Tedeschi firma una bellissima opera di maturità rivivendo la giovinezza iniziatica e vibrante degli allievi attori del Théâtre des Amandiers di Patrice Chéreau

Recensione: Forever Young - Les Amandiers
Nadia Tereszkiewicz, Louis Garrel e Noham Edje in Forever Young - Les Amandiers

"Entriamo da questa porticina e proviamo a metterci i nostri costumi: cerchiamo di recitare perché è quello che sappiamo fare meglio, e cerchiamo di recitare il meglio che possiamo". Con il suo nuovo film da regista, Forever Young - Les Amandiers [+leggi anche:
trailer
intervista: Valeria Bruni Tedeschi
scheda film
]
, presentato in concorso al 75° Festival di Cannes, Valeria Bruni-Tedeschi passa dall’altra parte dello specchio – assente, per la prima volta, dal cast di un suo lungometraggio – per rivisitare, sotto forma di finzione, il viaggio intrapreso da lei e dai suoi 11 compagni di corso a metà degli anni '80 presso la scuola del Théâtre des Amandiers diretta da Pierre Romans (Micha Lescot) sotto l'egida del leggendario Patrice Chéreau (Louis Garrel). "Come prima e mai come prima", questo salto indietro nel tempo, in cui l'immaginazione inizia a dialogare con i fantasmi del passato, funziona particolarmente bene per la regista, che inietta nel suo film corale tutta l'energia vibrante e i sentimenti debordanti che si provano a vent'anni, stimolati e intrisi della passione e della totale dedizione necessarie per abbracciare una carriera di attore.

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Il tono è stabilito fin dall'inizio: un abbraccio selvaggio al limite della spudoratezza e il richiamo di una giuria divertita che supervisiona le audizioni di preselezione per frequentare il corso offerto dal teatro Amandiers di Nanterre. È un'occasione per fare la conoscenza dei personaggi principali del film (che gli storici dell'arte si divertiranno ad abbinare ai loro omologhi della vita reale): l'iperemotiva Stella (la grande rivelazione Nadia Tereszkiewicz) che proviene dalla classe medio-alta (ha persino un maggiordomo in casa); Étienne (il bel tenebroso Sofiane Bennacer), un'anima tormentata che presenta il monologo di un suicida ("spaccare i vetri e saltare dalla finestra solo per toccare un'anima"), Adèle (Clara Bretheau), un'attrice nata (per la quale le parole degli altri sono come bastioni che la trattengono dall'abisso); e lo squattrinato Franck (Noham Edje) che è già sposato a 19 anni. Un quartetto cardine della trama che figurerà, al termine di uno stage che vede la partecipazione di 40 persone, tra i 12 selezionati da questa scuola diversa da tutte le altre, dove si cerca tutto tranne le competenze, e dove la scena invade la vita e la vita la scena.

Da una visita al non meno leggendario New York Actors Studio ("diventate un sentimento fisico o emotivo che conoscete") alla preparazione con il maestro Patrice Chéréau ("ogni idea deve essere un evento") dell'opera teatrale di Cechov Platonov, il film restituisce meravigliosamente (su una sceneggiatura asciutta scritta dalla regista insieme a Noémie Lvovsky e Agnès de Sacy, e arricchita dalla fotografia di Julien Poupard) l'elettrizzante quotidiano della piccola compagnia attraversata dall'amore, la crudeltà del mestiere, le droghe pesanti, l'angoscia per l'AIDS, l'ossessione per la giovinezza fugace e il desiderio di prendere la vita per le corna a rischio di bruciarsi le ali. Ma qualunque cosa accada, finché sei vivo devi salire sul palco.

Prodotto da Ad Vitam Production e Agat Films & Cie, e coprodotto da Bibi Film e Arte France Cinéma, Forever Young - Les Amandiers è venduto nel mondo da Charades.

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(Tradotto dal francese)


Photogallery 22/05/2022: Cannes 2022 - Forever Young

31 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Valeria Bruni Tedeschi, Nadia Tereszkiewicz, Patrick Sobelman, Suzanne Lindon, Léna Garrel, Louis Garrel
© 2022 Fabrizio de Gennaro for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it

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