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CANNES 2022 Cannes Première

Recensione: As bestas

di 

- CANNES 2022: Nel nuovo film di Rodrigo Sorogoyen, gli uomini marcano il territorio, molestano e abbattono altri umani, dimostrando che possono essere come delle vere bestie feroci

Recensione: As bestas
Denis Ménochet (a sinistra) in As bestas

Se c'è una parola che definisce il cinema – e le serie (vedi la magnifica Antidisturbios [+leggi anche:
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) – di Rodrigo Sorogoyen, è tensione. Di questo sentimento angoscioso, che opprime lo stomaco fino al disagio, ce ne sono abbondanti dosi in Madre [+leggi anche:
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, El reino [+leggi anche:
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e Que Dios nos perdone [+leggi anche:
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, e ovviamente in As bestas [+leggi anche:
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, il film con cui il cineasta madrileno partecipa al Festival di Cannes per la prima volta, nella sezione Cannes Première.

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Ambientato, come indica il titolo, in Galizia – una regione di intensa bellezza, che deve fare i conti con tradizioni radicate, cotte a fuoco lento per secoli, e con l'inquietante evoluzione dei tempi moderni e l'assalto del capitalismo (a volte mascherato da ecologia) –, As bestas stabilisce un parallelismo, al contempo bello e brutale, tra il famoso festival "Rapa das bestas" (con la cui iconografia si apre questo film) e uno dei momenti più drammatici della sua trama.

Il suo conflitto, ispirato a fatti realmente accaduti, si percepisce dalla presentazione stessa dei personaggi, seminascosti nella penombra di un bar di campagna, dove i locali giocano a domino mentre uno straniero ascolta quello che dicono. Sebbene condividano il territorio, sono separati da abitudini, principi, linguaggio, progetti vitali e, soprattutto, da una brutale incomprensione.

Questa mancanza di comprensione crescerà con l'avanzare del film, il che, come una pentola a pressione, infonde incertezza nella vita di una coppia francese che vive sulle montagne della Spagna nord-occidentale. Sorogoyen e Isabel Peña, la sua fedele sceneggiatrice, dosano i disaccordi di vicinato tra i protagonisti e gli antagonisti fino a far esplodere quello che si intuiva fin dal primo minuto (e quell'attesa è particolarmente angosciante).

Diviso in due tempi, As bestas non solo disturba, ma commuove anche profondamente. Sotto la sua trama di film violento (impossibile non ricordare titoli come Bosque de sombras [+leggi anche:
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, Cane di paglia o Un tranquillo weekend di paura, per citare alcuni titoli del sottogenere “non sei il benvenuto qui”) palpita una travolgente storia d'amore: un idealismo condiviso capace di superare ogni paura, tragedia e minaccia.

Ma prima di concludere questa recensione, dobbiamo sottolineare il buon lavoro del regista al momento di dosare la suspense, alcuni dialoghi particolarmente ispirati (la discussione tra madre e figlia in cucina) e il lavoro degli attori, sia francesi che galiziani: Marina Foïs, Denis Ménochet, Marie Colomb, Luis Zahera e la grande rivelazione del film, Diego Anido (quanto scommettete che sarà lui il prossimo vincitore del Goya come migliore rivelazione, o attore non protagonista?).

As bestas è una produzione delle compagnie spagnole Arcadia Motion Pictures, Caballo Films e Cronos Entertainment, in associazione con la francese Le Pacte. Delle sue vendite si occupa Latido Films.

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(Tradotto dallo spagnolo)


Photogallery 27/05/2022: Cannes 2022 - As bestas

24 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Rodrigo Sorogoyen, Marina Foïs, Denis Ménochet, Marie Colomb
© 2022 Fabrizio de Gennaro for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it

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