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CANNES 2022 Un Certain Regard

Recensione: Io sono tuo padre

di 

- CANNES 2022: Mathieu Vadepied porta Omar Sy nelle trincee della Prima guerra mondiale, nei panni di un padre che cerca con tutti i mezzi di recuperare il figlio reclutato con la forza in Senegal

Recensione: Io sono tuo padre
Omar Sy in Io sono tuo padre

"Qualunque cosa accada, non ci separiamo". Che valore hanno queste parole quando ci si sta per buttare sotto il fuoco dei proiettili in una terra di nessuno che continua a riempirsi di cadaveri? Qual è il valore di questa promessa di un padre a suo figlio quando sono intrappolati nella follia della guerra che è venuta a prenderli nel 1917 nelle profondità del loro natio Senegal? Rivisitando, da una prospettiva completamente diversa e durante un altro conflitto mondiale, il tema degli africani delle colonie inglobati nell'esercito francese, affrontato da Indigènes [+leggi anche:
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nel 2006, Mathieu Vadepied ha aperto con Io sono tuo padre [+leggi anche:
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il programma Un Certain Regard del 75° Festival di Cannes.

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"Ce la faremo". Bakary Diallo (Omar Sy sobrio e impeccabile) è al suo secondo fallimento nel tirare fuori suo figlio dalle grinfie dell'arruolamento forzato nelle truppe francesi che rastrellano giovani nei villaggi ai margini delle terre coloniali da usare come carne da cannone nelle trincee della Prima guerra mondiale. I tentativi di nasconderlo falliscono, quindi Bakary si arruola sotto falsa identità, nascondendo il suo legame familiare con Thierno (Alassane Diong) e, prima che i neo soldati si imbarchino per la Francia, è una fuga fallita che manda padre e figlio dritti in buca, in una gabbia sotterranea.

Una volta in prima linea, non lontano da una collina che francesi e tedeschi continuano a riprendersi al ritmo delle decisioni dei rispettivi stati maggiori e al prezzo di innumerevoli perdite umane, Bakary (che conosce solo il peul) continua a fare piani per scappare. Ma Thierno (che ha imparato il francese alla "scuola dei bianchi") cade sotto l'influenza del tenente Chambreau (Jonas Bloquet) che mira a un exploit militare per attirare l'attenzione di suo padre generale. Salendo di grado, Thierno deve ora dare ordini a Bakary e, sentendosi un uomo, rifiuta di ascoltare suo padre e volta gradualmente le spalle alla sua cultura d’origine. Chi sta proteggendo chi ora? E fino a che punto si spingerà Bakary per salvare Thierno contro la sua volontà?

"Più veloce, più veloce", la sceneggiatura architettata da Mathieu Vadepied e Olivier Demangel avanza a tambur battente, incentrata sui due personaggi principali e due figure secondarie più abbozzate che esplorate. Un film con un messaggio sul sacrificio (di un padre per il figlio, degli africani per la Francia), Tirailleurs non si preoccupa delle sfumature, dando la precedenza a un'efficienza narrativa e visiva che mette in primo piano Omar Sy. Per quanto rispettabile, il film occupa comunque un posto piuttosto sorprendente nella selezione di Un Certain Regard (lo avremmo visto meglio fuori concorso), la cui linea artistica è a priori molto più esigente. Posizionarlo anche come apertura è quindi di per sé un messaggio del Festival di Cannes, da un lato in memoria degli africani che sono caduti per la Francia e dall'altro in onore della star mondiale francese contemporanea che Omar Sy è diventato.

Prodotto da Unité e Korokoro, Io sono tuo padre è coprodotto da Gaumont (che guida anche le vendite internazionali), France 3 Cinéma, Mille Soleils e la società senegalese Sypossible Africa.

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(Tradotto dal francese)


Photogallery 19/05/2022: Cannes 2022 - Tirailleurs

31 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Mathieu Vadepied, Omar Sy, Alassane Diong
© 2022 Fabrizio de Gennaro for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it

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