email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

BERGAMO 2022

Recensione: Sentinelle sud

di 

- L’esordio di Mathieu Gérault è un noir che sconfina nel dramma sociale e ci ricorda quali ferite inguaribili infligge la guerra

Recensione: Sentinelle sud
Niels Schneider e Sofian Khammes in Sentinelle sud

Il mito del ritorno dell’eroe, la difficoltà della riapparizione nel mondo, quando si scopre che la vita raramente corrisponde a ciò che la vita è realmente. Il Christian Lafayette di Mathieu Gérault, regista di Sentinelle sud [+leggi anche:
trailer
intervista: Mathieu Gérault
scheda film
]
, in concorso al Bergamo Film Meeting, è piuttosto un antieroe. Christian è un soldato dell’esercito francese tornato in patria dopo una missione In Afghanistan, con tutti i dilemmi suoi e dei suoi compagni legati al reinserimento, al trovare un lavoro, a scacciare i fantasmi. Alcolismo, dipendenza da sostanze varie, post-traumatic stress disorder. Allo spettatore vengono subito in mente le incursioni nel genere del cinema nordamericano: Guerra del Golfo, Afghanistan, e per chi ha qualche anno di più, quel trauma del Vietnam che ha ispirato i registi più talentuosi. Gérault ha detto di aver guardato al cinema di Sidney Lumet per questo noir che sconfina nel dramma sociale, che sconfina nell’action movie (soprattutto se c’è qualcuno che conserva in casa un M16). Girato effettivamente in un rigoroso stile statunitense anni 70, Sentinelle sud risente anche degli echi dei più recenti The Hurt Locker, Nella valle di Elah, American Sniper, ma con un tocco di polar francese.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Non aspettatevi però alcuna scena di guerra, perché questo è il “dopo”, girato tra Lione e La Rochelle. Piuttosto è la ricostruzione di quello che è accaduto veramente nel corso di un'operazione clandestina finita in un’imboscata che ha decimato l’unità Carmin, guidata da un ambiguo quanto carismatico comandante detto il Padre (Denis Lavant, etichettato per sempre come attore feticcio di Leos Carax). Dalla lapide commemorativa dei soldati uccisi leggiamo una data, 18 agosto 2008, per cui il riferimento del regista sarebbe all’imboscata dei taliban alla periferia est di Kabul in cui morirono dieci soldati francesi. Nel film (non certo nella realtà storica) dietro quel massacro (anche di bambini afgani) c’è un traffico di oppio che coinvolgerà in Francia i protagonisti e una famiglia di zigani.

Il canadese Niels Schneider – rivelatosi ventenne in J’ai tué ma mère e poi in Les amours imaginaires di Xavier Dolan e recentemente accanto a Charlotte Gainsbourg ne Gli amori di Suzanna Andler [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film
]
di Benoît Jacquot – incarna perfettamente questo tormentato soldato Lafayette con “gli occhioni da cucciolo”, come li definisce sarcasticamente il compagno d’armi mussulmano Mounir, un Sofian Khammes (Arthur Rambo [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Laurent Cantet
scheda film
]
) che in certi momenti ruba la scena a Schneider con la sua performance appassionata, anche se la sceneggiatura (dello stesso regista con Nicolas Silhol e Noé Debré) gli affida il compito troppo grave di fare da testimone della coscienza sporca della Francia in materia di integrazione, con dialoghi troppo forzati. Lafayette proteggerà fino all’ultimo Mounir e Henri, il commilitone più traumatizzato, e troverà l’amore in una dottoressa incinta (India Hair, La Ligne [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Ursula Meier
scheda film
]
) che sta curando Henri. Pur rimanendo nel confini del film di genere, con il suo esordio nel lungometraggio Mathieu Gérault tocca vicende che segnano profondamente la nostra contemporaneità e ci ricorda quali ferite inguaribili infligge la guerra e quali effetti collaterali provoca.

Sentinelle sud è prodotto da Agat Films in coproduzione con Auvergne-Rhône-Alpes Cinéma e con il sostegno del CNC. Vendite internazionali affidate a Be for Films. Nelle sale francesi dal 27 aprile con UFO Distribution.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy