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FILM / RECENSIONI Italia

Recensione: L’ombra del giorno

di 

- Il nuovo film di Giuseppe Piccioni è un melodramma ambientato durante il fascismo che allude al presente e punta sui volti di Riccardo Scamarcio e Benedetta Porcaroli

Recensione: L’ombra del giorno
Riccardo Scamarcio e Benedetta Porcaroli in L’ombra del giorno

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, che aveva guadagnato la Colpa Volpi ai due protagonisti Luigi Lo Cascio e Sandra Ceccarelli alla Mostra di Venezia 2001, dopo il grande successo di Fuori dal mondo, Giuseppe Piccioni aveva dimostrato di saper creare magistralmente coppie di esseri umani déraciné e appartate, che non sanno adeguarsi ai canoni del presente. Con il nuovo L’ombra del giorno [+leggi anche:
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intervista: Benedetta Porcaroli
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, nelle sale italiane dal 24 febbraio con 01 Distribution, che arriva a qualche anno dall’”esperimento” di Questi giorni [+leggi anche:
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, Piccioni punta ancora su due volti, quello sperimentato di Riccardo Scamarcio, con cui aveva girato Il rosso e il blu [+leggi anche:
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nel 2012, e quello freschissimo di Benedetta Porcaroli (La scuola cattolica [+leggi anche:
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), giovane attrice di talento in ascesa verticale sul mercato cinematografico italiano.

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Piccioni torna a girare nella sua Ascoli Piceno, dove aveva ambientato il suo film d’esordio d’impronta autobiografica Il grande Blek, collocandola in uno dei periodi storici più cinematografati dagli autori italiani, il ventennio fascista. Luciano (Scamarcio) è un reduce della Grande Guerra, dalla quale è tornato leggermente zoppo e con diverse decorazioni per i suoi atti di coraggio contro il nemico austriaco. Guarda il mondo attraverso la vetrina del suo ristorante, nella piazza principale del paese (lo storico Caffè Meletti che si affaccia sulla splendida Piazza del Popolo). Oltre quella vetrina c’è l’adesione pressoché unanime della gente alla vieta retorica del regime, un consenso al quale lui partecipa senza convinzione, pronto però ad ammonire il suo cuoco (Vincenzo Nemolato) che racconta pericolose barzellette sul Duce. Un giorno si presenta Anna, una giovane donna in cerca di impiego.  Luciano la prende in prova e in breve tempo Anna dimostra non solo di saper servire ai tavoli ma anche di saper tenere la contabilità. Il riservato e scontroso Luciano, che nel tempo si è costruito uno scudo per ripararsi dai sentimenti, lentamente si fa prendere dalla grazia ed energia della donna, la quale però nasconde più di un segreto. La situazione precipita con l’introduzione delle leggi razziali e l’annuncio da parte di Mussolini dell’entrata in guerra. Il vecchio compagno d’armi Osvaldo (Lino Musella) diventato un gerarca fascista, si trasforma in un pericoloso nemico per la coppia e per quell’uomo che nel frattempo hanno nascosto in cantina (Waël Sersoub). 

Da una sceneggiatura firmata dal regista con Gualtiero Rosella e Annick Emdin, Lombra del giorno è un melodramma che accenna a capolavori del passato come Una giornata particolare di Ettore Scola (anche qui viene citata la storica visita di Hitler a Roma) ma con una scrittura aggiornata che sottolinea, forse troppo, i riferimenti ad una visione della condizione femminile legata al presente. Nell’introdurre il film alla stampa, il regista ha fatto riferimento addirittura alla pandemia, che ha creato quell'atmosfera di controllo e isolamento che sarebbe entrata anche nelle riprese de Lombra del giorno. L’aspetto romantico in realtà precede la riflessione sul fascismo, il quale allude piuttosto ad una distanza odierna tra chi ci controlla e prende decisioni su restrizioni e guerre e chi vive umane emozioni e passioni. Riccardo Scamarcio, che è anche produttore del film, si ritaglia con grande misura uno dei ruoli più significativi della sua carriera.

Lombra del giorno è prodotto da Lebowski con Rai Cinema, con la collaborazione della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo.

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