email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

BERLINALE 2022 Concorso

Recensione: Rimini

di 

- BERLINALE 2022: Ulrich Seidl ritorna dopo un decennio di assenza dal cinema di finzione con un lavoro straziante, ma che trova bagliori di luce nel vuoto

Recensione: Rimini
Michael Thomas in Rimini

Sappiamo che la vita media di un musicista professionista scorre tra un concerto e l’altro, tra una busta paga all’altra; il calo delle vendite di biglietti per la musica dal vivo e l'aumento delle piattaforme di streaming hanno consolidato questa tragica situazione. Ciò che Ulrich Seidl sostiene con Rimini [+leggi anche:
trailer
intervista: Ulrich Seidl
scheda film
]
, la sua prima opera di fiction dai tempi di Paradise: Hope [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film
]
del 2013, è che questa può potenzialmente sembrare una punizione divina messa in atto sulla Terra, un purgatorio di vacillante risolutezza. C'è un'app piuttosto popolare in questo momento chiamata Cameo, che ti consente di acquistare brevi video di saluto delle celebrità; Rimini è simile ad un onnipotente urlo di dolore che emana da uno di quei frammenti di 15 secondi.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Presentato in concorso alla Berlinale, con un film di accompagnamento intitolato Sparta [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film
]
che si vedrà forse più avanti nel circuito dei festival di quest'anno, Rimini è un territorio comodo e sicuro per Seidl e la sua co-sceneggiatrice e partner Veronika Franz. Vede il ritorno dell’attore feticcio di Seidl, Michael Thomas, protagonista del film nei panni di un cantante d’hotel malato, chiamato Ritchie Bravo. Immaginatevi Engelbert Humperdinck impersonato da un vecchio Mickey Rourke ubriacone. L’esistenza patetica di Ritchie si consuma nel circuito dei tour di bus pieni di pensionati nella città di Rimini, che Seidl ha scelto di mostrare durante la bassa stagione, con spiagge vuote che prefigurano il Covid e nebbia fitta come fosse il paesaggio di un dipinto in stile romantico.

Seidl mostra i numeri di Ritchie con lunghe riprese, rese ancora più inquietanti dal fatto che il film è girato con lenti widescreen in CinemaScope con lunghezze focali ultra sottili: le pareti scheggiate e i soffitti trasudano personalità, per usare un eufemismo. Suona, in alcune sequenze, il suo cavallo di battaglia, la potente ballata “Emilia”; ogni volta che la senti – e la senti eccome – cresce e assume un certo tipo di intensità, riecheggiando gli sviluppi della sceneggiatura di Franz e Seidl.

Ma questo è solo uno specchietto per le allodole, per paura che pensiamo che Seidl ci abbia regalato un film di redenzione su un tizio che ha solo bisogno di un break. In un twist molto interessante rispetto alla prassi cinematografica, il protagonista partecipa ad incontri sessuali post-show con fan ardenti, rappresentati con inquadrature esplicite e frontali simili a quelle a cui Seidl ci ha abituato con numerosi suoi lavori passati. Riceve poi una visita indesiderata da sua figlia Tessa (Tess Göttlicher), che gli chiede parte del denaro che pensa di doverle, dopo che lui ha abbandonato lei e sua madre. Ma Ritchie è a secco di danaro, va avanti anche se quel lavoro non gli rende niente.

Diverse reazioni a caldo dopo la proiezione di Rimini hanno espresso una certa stanchezza per i soliti prevedibili obiettivi di Seidl e la onnipresente  mancanza di emozione con cui li filma. Ma per quanto sia spietato e pungente come sempre - per i suoi estimatori - si può comunque intravedere una svolta, caratterizzandola come una "opera tarda". Seidl fa parte di una generazione di boomer ora sull'orlo del pensionamento e alle prese con i genitori anziani e le loro eredità; il padre veterano di guerra di Ritchie (senza nome e interpretato da Hans-Michael Rehberg) è malato di demenza senile e sta in una casa di cura, e il film ogni tanto ritaglia piccoli riquadri della sua vita. E così Rimini si guadagna anche l'alloro per lo studio sensibile della caducità dell’esistenza, oltre che per lo sguardo lacerante su molte altre cose che Seidl vede in noi, come al suo solito.

Rimini è una coproduzione tra Germania, Austria e Francia di Seidl Film Produktion, Essential Filmproduktion e Parisienne de Production. Coproduction Office si occupa delle vendite internazionali.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)


Photogallery 11/02/2022: Berlinale 2022 - Rimini

26 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Ulrich Seidl, Veronika Franz, Tessa Göttlicher, Claudia Martini
© 2022 Fabrizio de Gennaro & Dario Caruso for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it, dario-caruso.fr, @studio.photo.dar, Dario Caruso

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy