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BERLINALE 2022 Panorama

Recensione: Nelly & Nadine

di 

- BERLINALE 2022: Il film di Magnus Gertten è una straordinaria cronaca storica e personale di amore e guerra, catturata da una ripresa di due secondi del 1945

Recensione: Nelly & Nadine

Nel suo documentario del 2015 Every Face Has a Name [+leggi anche:
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, il regista Magnus Gertten ha cercato di rintracciare alcuni dei sopravvissuti alla seconda guerra mondiale presenti in un cinegiornale del 1945 sul porto di Malmö, la porta della Svezia verso l'Europa continentale. Ne ha contattati alcuni, che a loro volta hanno fornito i nomi di altri presenti nel filmato. Tra gli ebrei polacchi e la resistenza francese, un volto eurasiatico stranamente androgino ha fatto breccia durante i suoi due secondi sullo schermo. Identificata come Nadine Hwang, ebbe la seguente didascalia: "Apparteneva a una comunità artistica di Parigi. Partita per la Cina nel 1945 e scomparsa senza lasciare traccia". Ma la storia di Nadine è ben diversa, come si scoprirà in Nelly & Nadine [+leggi anche:
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intervista: Magnus Gertten
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, presentato in anteprima mondiale nella sezione Panorama al 72° Festival di Berlino.

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Questa è in realtà la terza avventura di Gertten nel filmato, in cui si è imbattuto nel 2007. Originariamente girato per SF Journalen e incluso nel breve documentario Vittnesbördet ("La testimonianza"), fu mostrato nei cinema svedesi all'inizio di maggio del 1945 suscitando reazioni scioccate. Circa 15.000 sopravvissuti arrivarono a Malmö nell'aprile 1945, principalmente attraverso le operazioni del "White Bus". Il giorno del filmato in questione, il 28, 1.948 persone, molte delle quali donne e bambini, misero piede in libertà. Sulla base di questo filmato - di qualità incontaminata - Gertten ha presentato Harbour of Hope nel 2011 con l'obiettivo di identificare le persone nel filmato. Ne è venuto fuori il secondo capitolo già citato, che è stato visto in anteprima a Parigi da una certa Sylvie Bianchi, che in seguito si è avvicinata a Gertten, informandolo che Nadine Hwang aveva effettivamente lasciato qualche traccia. In pratica, quella traccia era la compagna Nelly, la nonna di Sylvie. Per di più, nella soffitta di Sylvie c'era una grande cassa di scritti, diari e persino film in super-8, tutti ereditati da Nelly e non ancora toccati dalla nipote ancora un po' stremata. In Nelly & Nadine, tutto viene spacchettato e srotolato in un racconto notevole, sia storico che profondamente personale.

Cantante classica affermata, Nelly Mousset-Vos, nata in Belgio, viene arrestata nel 1943 e mandata nel campo di concentramento femminile di Ravensbrück. Usa le sue abilità musicali per ottenere di tanto in tanto qualche vantaggio, come alcune verdure da una guardia sentimentale. Durante un recital natalizio nella caserma, una voce le chiede "Madame Butterfly". Appartiene alla donna con cui Nelly passerà la maggior parte dei prossimi tre decenni. Le due vengono poi separate quando Nelly viene trasferita in un altro campo ("Mauthausen, l'anticamera dell'inferno" si legge nel diario minuziosamente esaustivo), ma si riuniscono dopo la guerra, trasferendosi in Venezuela, la loro casa per il resto della loro vita insieme.

In Nelly & Nadine, Gertten compie almeno due imprese significative - una quasi per pura casualità, che è riuscito a cogliere, e una assemblando questa eccezionale scoperta, muovendosi avanti e indietro tra l'oggi e i vari anni passati, in un'opera di verità che sicuramente supera la finzione. Facendo un passo indietro dalla sedia del narratore, cede la scena alla stessa Sylvie, guida altrettanto accidentale ma organica in questa cronaca segreta di una bella coppia, gloriosamente svelata al mondo per essere vista e, molto probabilmente, adorata.

Prodotto da Auto Images, in coproduzione con Associate Directors e UpNorth Film, Nelly & Nadine è venduto a livello internazionale da Rise and Shine World Sales.

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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