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BLACK NIGHTS 2021 Concorso opere prime

Recensione: Blind Love

di 

- Questo esordio frugale, inventivo e senza budget del giovane regista svizzero-keniano Damien Hauser affronta il tema della disabilità con empatia e irriverenza

Recensione: Blind Love
Mr. Legacy e Jacky Amoh in Blind Love

Esiste una piattaforma in rapida crescita che sta modificando il nostro rapporto con i media visivi - e no, non si chiama Netflix. Non è altro che il social network di proprietà cinese TikTok, la cui base di utenti è costituita in gran parte da giovani, anche se alcuni video provenienti da lì - che spesso mostrano abilità cinematografiche piuttosto precoci - tendono a diventare virali una volta condivisi su Twitter e altre piattaforme popolari. Il regista svizzero-keniota Damien Hauser - nato nel 2001 e già presente nei concorsi di festival cinematografici internazionali mentre i suoi coetanei probabilmente devono ancora scoprire tutto - appartiene totalmente a questa "generazione TikTok" per tono e sensibilità. Il suo lungometraggio Blind Love, della durata di 73 minuti, appena presentato in anteprima al concorso per opere prime della Tallinn Black Nights, ricorda un video della piattaforma, però più lungo, con il suo cast di entusiasti, la sua effervescenza giovanile e l'aura febbrile di quando le cose potrebbero precipitare da un momento all'altro.

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Hauser è tornato in Kenya, il paese d'origine di sua madre, per ideare quello che all'inizio sembra essere un film tipicamente da festival, serio e incentrato su una tematica, per poi essere sovrastato da battute e deviazioni dalla trama piacevolmente nomadi. Si comincia in una scuola specializzata per studenti disabili, in una zona rurale del paese dell'Africa orientale, dove Brian (Mr Legacy), che è cieco, viene accompagnato a casa (in una sorta di "buddy system") da Abel (Jacky Amoh), che è sordo e comunica con il linguaggio dei segni. Invece di creare un dialogo tra i due, Hauser decide che la loro è diventata una relazione amorosa, mentre saltano tra terreni irregolari e aridi, con una colonna sonora di chitarra highlife che Hauser stesso ha composto.

Brian e Abel hanno un luogo di incontro notturno speciale, che ricorda On Body and Soul [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Ildiko Enyedi
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scheda film
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di Ildikó Enyedi: i loro sogni, a cui possono accedere reciprocamente, trovandosi e interagendo l'uno con l'altro in questo spazio onirico. Tutto ciò viene rappresentato con una fotografia in bianco e nero e, indovinate un po', le loro disabilità scompaiono. Ma il loro idillio fatto di sostegno terreno e di realizzazione di desideri ultraterreni si interrompe quando la coppia di normodotati Manu (Becado) e Teri (Shantal Weche) entra in scena con un graduale taglio trasversale, e la relazione del primo con Abel crea due triangoli amorosi che si intersecano. In una scena semplice ma esilarante, Manu e Abel approfittano della cecità di Brian facendo sesso davanti a lui. Brian inizialmente non se ne accorge, ma con questo sviluppo Hauser trova un'altra marcia in più per il suo film, con gag di montaggio e di recupero realizzate in economia, che ci ricordano appunto un video virale di TikTok (importante notare a questo proposito che sulla piattaforma di festival cinematografici Film Freeway, Blind Love è indicato come un film con un budget di soli 2.000 dollari, quindi il riferimento ai nuovi media come TikTok e Vines non è banale).

Blind Love si fa apprezzare anche per il suo finale sorprendentemente cupo, che vede Hauser passare dalle gag sui preservativi usati e sulle scoregge del secondo atto a un'allegoria sociale piuttosto fosca, che mostra senza mezzi termini l'intolleranza che può caratterizzare la società keniota. Ma non prima di un colpo di scena finale. I programmatori dei festival e gli appassionati di cinema africano dovrebbero essere interessati a questo film. 

Blind Love è una coproduzione keniota-svizzera di Mamafrica di Damien Hauser. Le vendite internazionali sono curate da Okada Media.

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(Tradotto dall'inglese)

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