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FILM / RECENSIONI Irlanda

Recensione: Foscadh

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- Il dramma in lingua irlandese di Seán Breathnach non è facile da vedere, ma è sicuramente una bella esplorazione cinematografica del profondo disagio esistenziale

Recensione: Foscadh
Dónall Ó Héalai in Foscadh

Dopo aver vinto il premio per la migliore opera prima irlandese al Galway Film Fleadh di quest'anno (leggi la notizia), il film irlandese candidato agli Oscar Foscadh partecipa alla 66ma edizione del Cork International Film Festival (5-21 novembre). Il film di debutto di Seán Breathnach - noto anche a livello internazionale come Shelter - è basato sul romanzo sociale del 2013 di Donal Ryan, The Thing About December.

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Il protagonista di questa storia in lingua irlandese, scritta dallo stesso Breathnach, è un uomo di nome John Cunliffe (interpretato da Dónall Ó Héalai, apparso un paio di anni fa in un altro dramma irlandese di successo, Arracht [+leggi anche:
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). La sequenza d'apertura è ambientata di giorno e ci fa già conoscere le stranezze del protagonista, che torna a casa e non si accorge del cadavere della madre che giace sul pavimento per diverso tempo. Ci rendiamo conto che non avvisa nessuno della morte della madre per alcune ore, perché lo vediamo in un'inquadratura successiva seduto al buio accanto al cadavere a guardare la televisione prima di telefonare a qualcuno.

Non si sa se questa reazione, così come molte altre, sia il risultato di bizzarri meccanismi di coping o se sia attribuibile a qualche problema di salute mentale. Inoltre, scopriamo presto che John è rimasto solo e ha trascorso tutta la sua vita senza amici e protetto dai suoi genitori iperprotettivi. Non scopriremo molto su quest'uomo - presumibilmente ha poco più di vent'anni ed eredita un prezioso terreno - e la maggior parte delle domande sul suo passato che potrebbero sorgere rimarranno senza risposta. Ciò che rende interessante la visione di questo film, anche se l'opera nel suo complesso è ben lontana dall'essere un materiale accattivante per lo spettatore, è il fatto che assistiamo a come questo individuo adulto e smidollato sia costretto a navigare in brutte acque e ad avvicinarsi con un evidente senso di oppressione e incertezza a qualcosa di simile a una vita indipendente e adulta.

Fortunatamente Dónall Ó Héalai possiede il fisico e le caratteristiche giusti per il ruolo. E fornisce un ritratto convincente di un uomo debole e alienato che, nel corso del film, sembra a volte più o meno della sua età, altre volte molto più vecchio. La sua decisione di "smettere di vivere come un fantasma" lo porta ad affrontare il suo bullo di sempre Eugene (Eion Geoghegan), che una notte lo picchia senza pietà. Durante la convalescenza in un ospedale incontra Dave (Cillian O'Gairbhi), a cui si lega di un'amicizia molto disfunzionale, e Siobhan (Fionnuala Flaherty), un'infermiera che è probabilmente l'unico individuo del villaggio che sembra preoccuparsi per lui.

L'apice del disagio e della paura di vivere di John si raggiunge probabilmente quando non riesce ad avere un normale rapporto sessuale con Siobahn. Il suo candore sembra insufficiente a reindirizzare la vita di John verso un percorso più positivo. "Hai detto che non c'era niente di sbagliato in me", le dice a un certo punto, ma è chiaro che molte cose sono effettivamente sbagliate in lui, nella sua famiglia oppressiva e nella comunità avida in cui vive.

L'impressione generale è quella di assistere a un cupo e "tardivo" psicodramma del coming-of-age che sfrutta la crescita come inevitabile via di fuga dalla miseria e dalla solitudine. Grazie a una scrittura raffinata, a una colonna sonora suggestiva composta da Sindri Mar Sigfusson (The Last Right) e a paesaggi oscuri ripresi da Colm Hogan (Henry Glassie: Field Work [+leggi anche:
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intervista: Pat Collins
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), Breathnach mette a segno il suo primo lungometraggio e dà vita a un racconto difficile da mettere in scena senza cadere nei cliché. Il finale rappresenta una metafora semplice ma efficace: una forma adeguata di chiusura del turbolento viaggio interiore di John.

Foscadh è prodotto dallo studio Tua Films di Galway. La finlandese The Yellow Affair si occupa delle vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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