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DOK LEIPZIG 2021

Recensione: Time Before Land

di 

- Utilizzando come punto di partenza la propria storia familiare nella regione della Slesia, il documentario di Juliane Henrich è una rivalutazione di ciò che la genealogia può effettivamente comportare

Recensione: Time Before Land

Con Time Before Land, l'alter ego della regista Juliane Henrich, interpretata dalla scrittrice Nannina Matz, intraprende un viaggio per conoscere i capitoli più oscuri della sua storia familiare. La scena è un villaggio polacco nella regione della Slesia, dove un tempo viveva un lontano parente. Il film di Henrich non è il classico ritratto di famiglia, ma è piuttosto una rivalutazione di ciò che la genealogia può comportare quando viene portata al limite. Il viaggio si trasforma in una rassicurante presa di coscienza di come la nostra presenza lasci tracce agli occhi del futuro. Il film è stato presentato in anteprima mondiale alla 64ma edizione del DOK Leipzig (25 ottobre-31 ottobre), nella sezione Concorso tedesco.

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All'inizio del film, vediamo un primo piano di un dito che indica in modo convincente alcune persone in una vecchia fotografia, come a dire che sono quelle che stiamo cercando. Perplessi di fronte alla domanda su chi possano essere, ci spostiamo in un sito di scavo, dove i paleontologi stanno scavando con cura le rocce alla ricerca di fossili. La voce fuori campo spiega che i fossili si formano solo se sono stati immersi nell'acqua, e l'acqua può anche averli spostati dal luogo in cui sono nati. A quanto pare, le cose tendono a spostarsi nel corso della storia. Questo è un tema che Henrich riprende nel corso del film, approcciandosi alla storia della sua famiglia. Gradualmente, apprendiamo che la Slesia oggi si trova per lo più in Polonia, ma che si è spostata durante le guerre. La nostra protagonista parla con persone di origine tedesca e polacca che, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, sono state costrette a lasciare le loro case. Ci racconta esplicitamente di ufficiali nazisti, per i quali sospetta che suo nonno simpatizzasse. Questo luogo sembra essere l'intersezione di molte storie diverse, che si stratificano lentamente nel tempo. Anche se la sua ricerca ha una premessa chiara, la donna devia verso una scala molto più ampia di cose.

Matz indaga e osserva, fino a cercare di fondersi letteralmente con l'ambiente circostante quando vuole inserire i piedi nelle crepe di un vecchio cemento. Vuole forse diventare lei stessa un fossile? Il fatto che indossi Converse All Stars bianche arricchisce il contrasto tra le due scale della vita umana e della Terra nel suo complesso. Qui, la ragazza si dirige verso un luogo in cui il tempo sembra elastico. Incontra dinosauri, fossili e mostre sull'uomo di Neanderthal. Queste, conclude, sono tutte tracce rilevanti, mentre collega in modo convincente il suo albero genealogico con una pagina che deve provenire da un'enciclopedia sui dinosauri.

Quello che lentamente arriviamo a capire è che, come i fossili, nessuna delle tracce che ha trovato ha effettivamente avuto origine lì. In un certo senso è paralizzante, poiché questa prospettiva rende la sua ricerca stessa quasi irrilevante. “Le persone si estingueranno comunque”, la sentiamo dire, diventando niente più che ulteriori tracce lasciate negli strati della Terra. Quando è seduta al mercato locale e osserva i bambini che acquistano i giocattoli di plastica a forma di dinosauri, possiamo vederla pensare ai futuri paleontologi che estrarranno queste figurine dal suolo. Ci mette di fronte alla fretta della nostra stessa esistenza e, sebbene possa farci sentire impotenti, ci porta anche nel qui e ora. La sua passeggiata per il villaggio è aperta e ricettiva: accoglie tutto con ritmo graduale, permettendoci di unirci a lei. Attraversiamo paesaggi, monumenti, mostre e dinosauri, come portati lì da una corrente che scorre costante, chiedendoci nel frattempo dove noi stessi andremo a finire.

Time Before Land è prodotto dalla tedesca KaskeFilm.

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(Tradotto dall'inglese)

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