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VARSAVIA 2021 Concorso

Recensione: Miss Osaka

di 

- Victoria Carmen Sonne brilla nei panni di una donna che si reinventa totalmente in un'altra vita e in un altro continente, in un film singolare firmato dal danese Daniel Dencik

Recensione: Miss Osaka
Victoria Carmen Sonne e Nagisa Morimoto in Miss Osaka

"Non credere a ciò che vedi. Posso essere chi voglio, chiunque tranne me stessa. Siamo sempre così occupati a pensare a chi siamo, a chi vogliamo essere, a ciò di cui abbiamo paura. E poi ci sono quei momenti in cui tutti questi pensieri svaniscono: siamo semplicemente qui, ed è magico". Al regista danese Daniel Dencik piace manifestamente avventurarsi in terre lontane: dopo il suo primo lungometraggio Gold Coast [+leggi anche:
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(2015), girato in Ghana e in Burkina Faso, eccolo di ritorno con Miss Osaka [+leggi anche:
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, presentato in competizione e in anteprima internazionale al 37e Festival del cinema di Varsavia, un film paradossale che crea un ponte tra la Scandinavia e il Giappone mischiando diversi generi cinematografici e cercando "un luogo in cui si può essere chi si vuole, un luogo di libertà, per i sognatori".

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Certe volte la nostra esistenza può trasformarsi in una routine pesante e deprimente, come è il caso per Ines (Victoria Carmen Sonne), una giovane donna inattiva che ammazza il tempo stando dietro al suo partner Lucas (Mikkel Boe Folsgaard), il tipico dirigente specializzato nei collettori solari in un’economia globalizzata (se i moduli norvegesi sono prodotti a Singapore, allora perché non comprarli dalla Cina?). Grandi finestre, casa sul lago, ristoranti chic: Ines porta con sé un velo di tristezza che colpisce Maria (Nagisa Morimoto), una turista giapponese conosciuta per caso, di passaggio per vedere le aurore boreali. Le due donne, che fanno amicizia sin da subito, partono in viaggio nella natura selvaggia della Norvegia e si divertono come due ragazzine finché un evento imprevisto offre a Ines la possibilità di scappare dal suo destino… Parte quindi per il Giappone con i documenti d’identità di Maria, va a vivere a casa sua e si fa pure assumere nel night club in cui lavorava la ragazza. Da questo mestiere impara (all’inizio con molta difficoltà) le tecniche di camuffamento e di seduzione, acquisendo sempre più fiducia in sé stessa fino a conquistare l’affetto del pericoloso Shigeru (Mirai Moriyama). Ma l’ombra di Maria insegue la nuova vita della nuova Ines…

Esplorando il confine tra realismo e onirismo, tra film di vari generi (poliziesco, psicologico, sentimentale, etnologico) e l’opera quasi concettuale fondata sul carattere ludico dell’immaginazione (facendo un cenno a Blow Up di Antonioni), Miss Osaka è un film che rivendica senza dubbio una certa stranezza. Una zona che, come nei sogni, non è appesantita da una logica implacabile e quindi può sconcertare ma anche intrigare, ma che conferma il carisma molto particolare di Victoria Carmen Sonne (Shooting Star 2020 dell’European Film Promotion; apprezzata in Holiday [+leggi anche:
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), un’attrice da tenere d’occhio.

Prima coproduzione tra Danimarca, Norvegia e Giappone, Miss Osaka è prodotto da Haslund Dencik Entertainment e coprodotto da Rein Film, Filmfond Nord, Filmcamp, Vice Denmark, Beo Post, Tonemestrene e C&I Entertainment. Le vendite internazionali sono guidate da Alpha Violet.

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(Tradotto dal francese da Sara Baroudi)

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