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SARAJEVO 2021

Recensione: Unclenching the Fists

di 

- Storia di un complesso rapporto di amore-odio all'interno di una famiglia, il film di Kira Kovalenko è interpretato da un mix di attori e interpreti non professionisti trovati sul posto

Recensione: Unclenching the Fists
Milana Aguzarova in Unclenching the Fists

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, il titolo vincitore di Un Certain Regard all'ultimo Festival di Cannes, è stato mostrato nel programma Kinoscope del Festival di Sarajevo, dove si adattava perfettamente al tema della competizione principale: l’esplorazione dei destini di una varietà di donne oppresse. La trama è incentrata sulla giovane Ada (Milana Aguzarova), che vive in un luogo dimenticato da Dio con suo fratello Dakko (Khetag Bibilov), disabile mentale e quindi bisognoso, e il loro dispotico padre (Alik Karaev), che afferma di proteggerla mentre in realtà le succhia tutte le energie e non la lascia crescere. Intrappolata in questo soffocante ambiente privato e in un luogo che non offre prospettive per il futuro, Ada ripone tutte le sue speranze sul fratello maggiore Akim (Soslan Khugaev), che lavora a Rostov, per tirarla fuori da lì o almeno portarla da un medico giacché soffre le conseguenze di una ferita che le è stata inflitta da bambina, senza un chiaro riferimento a eventi concreti, ma molto probabilmente durante l'assedio della scuola di Beslan. È anche perseguitata quotidianamente da Tamik (Arsen Khetagurov) che è innamorato di lei: Ada si ritrova circondata da uomini ossessivi che proiettano su di lei le loro voglie immature. Vuole sfuggire a questa situazione, senza davvero trovare una via d'uscita a causa di una dipendenza radicata e dell'affetto naturale per i suoi cari.

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La location delle riprese – l'ex città mineraria di Mizur, nell'Ossezia settentrionale, con una popolazione di circa 3000 persone – è letteralmente racchiusa tra le scogliere ed è costituita da alcuni edifici prefabbricati in stile comunista disposti lungo un canyon del fiume. Un luogo così isolato è l'ambiente esterno perfetto per un dramma claustrofobico sulla simbiosi emotiva, mentre gli interni, pieni di oggetti e scarsamente illuminati, sono ancora più soffocanti. La telecamera di Pavel Fomintsev rimane attaccata alla figura di Ada e vibra ritmicamente seguendo i suoi movimenti frenetici, come quelli di un cervo spaventato, il che contribuisce a creare un'atmosfera generale di ansia. I suoi continui vagabondaggi trasformano Unclenching the Fists in un film molto fisico in cui i dialoghi si trasformano spesso in collisioni di corpi, e gli abbracci in strette morbose. Questi momenti di azione costituiscono la spina dorsale di una drammaturgia altrimenti abbastanza minimale. In termini di tavolozza, la giacca viola di Ada e i vestiti colorati che vende in un negozio contrastano con l'ambiente grigio e polveroso, funzionando come una manifestazione visiva della sua disperata ricerca di individualità fuori dalla famiglia.

La regista russa Kira Kovalenko, che, come Kantemir Balagov (vincitore del Premio FIPRESCI a Un Certain Regard sia per Closeness [+leggi anche:
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), è diplomata al laboratorio di regia di Alexander Sokurov alla Kabardino-Balkarian State University, si è ispirata all'estetica neorealista italiana, citando le opere di Vittorio di Sica come le sue preferite. Il titolo stesso del film è un riferimento al debutto di Marco Bellocchio I pugni in tasca (1965), che segue le vite di diverse generazioni di un'unica famiglia che vivono in uno spazio chiuso. Al fianco dell'allieva di recitazione Milana Aguzarova, con il suo sguardo penetrante, e all'attore esperto Alik Karaev, Kovalenko ha messo una serie di non professionisti trovati sul posto, tra cui il wrestler Soslan Khugaev, la cui partecipazione è davvero neorealistica nella sua autenticità. L’autrice ha anche dichiarato nelle sue note di regia che voleva esplorare temi come il trauma non elaborato e l'insopportabile fardello della libertà. Non si può dire che questo obiettivo sia stato raggiunto a livello razionale, soprattutto a causa della narrazione instabile con suggestioni non sempre chiare, tuttavia, dal punto di vista emotivo, il film ti entra nella pelle.

Unclenching the Fists è prodotto dalla compagnia russa Non-stop Production e distribuito da ARP Sélection.

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(Tradotto dall'inglese)

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