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LOCARNO 2021 Concorso

Recensione: Zeros and Ones

di 

- Coprodotto fra Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti, l’ultimo film di Abel Ferrara si presenta come un marasma difficile da decifrare tenuto in piedi da una musica onnipresente

Recensione: Zeros and Ones
Ethan Hawke in Zeros and Ones

Capitanato da un etereo ed imperturbabile Ethan Hawke nei panni di un soldato americano chiamato JJ la cui missione resta pressoché ignota, Zeros and Ones [+leggi anche:
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gioca su una suspense senza fine che finisce purtroppo per stancare. Introdotto dallo stesso Hawke che spiega i motivi che hanno spinto Abel Ferrara a girare il film: reagire alla crisi sanitaria ma anche quelli che spingono un attore a scegliere i progetti che più gli si addicono, Zeros and Ones ci scaraventa sin dalle prime immagini in un mondo distopico abitato da personaggi lugubri e senza scrupoli.

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Riassumere la storia raccontata da Abel Ferrara nella sua ultima fatica Zeros and Ones, presentata in prima mondiale nel Concorso Internazionale del Locarno Film Festival non è cosa facile. Il film presenta infatti una serie quasi infinita di personaggi il cui unico legame è JJ, un soldato americano in missione a Roma, una città sotto assedio dalle sembianze apocalittiche.

Il film è basato sul girovagare nervoso e paranoico di JJ, forse con lo scopo di salvare la città eterna dalla distruzione, forse per liberare suo fratello anarchico (come definito dal protagonista) o forse ancora per salvare la moglie e la figlia di quest’ultimo da un ignoto e imminente pericolo. Le vere motivazioni di JJ restano vaghe in un andirivieni di incontri sempre più torbidi: fanatici religiosi (tanto cattolici quanto mussulmani), aitanti trafficanti di droga orientali e giunoniche mafiose venute dall’est. Il climax della vaghezza è raggiunto quando Hawke, aka JJ, viene costretto, minacciato con una pistola, ad ingravidare, filmato dalla cinepresa che JJ utilizza compulsivamente nel film, una delle due misteriose ragazze, il tutto accompagnato da un’improbabile canzone di Loreena McKennitt.

Se ad un certo punto si capisce che il caos è causato dalla distruzione del Vaticano (spazzato via da una bomba), nulla ci aiuta però a capire chi JJ sta cercando e perché tutti ce l’hanno con lui. Malgrado l’atmosfera surreale che domina il thriller politico di Ferrara, questo ci riporta al nostro quotidiano attraverso gesti ormai noti a tutti: l’indossare una mascherina e il disinfettarsi quasi automatico le mani. Perché il regista abbia deciso di accostare crisi sanitaria e thriller politico sarebbe forse una domanda da porsi visto che alla fine il tema della pandemia non resta che in superfice come qualcosa di accessorio e tristemente banale. Che attraverso il suo Zeros and Ones il regista abbia voluto dare corpo alle paure e alle paranoie che l’hanno abitato nell’ultimo anno e mezzo? Niente è certo ma questa potrebbe essere una delle chiavi di lettura di un film davvero difficile da decifrare, la cui unica logica narrativa sembra provenire dalla musica che lo percorre incessantemente dall’inizio alla fine. Peccato però che Ferrara, regista visionario e culto come si è sempre dimostrato, non abbia avuto l’accortezza di presentare personaggi “femminili” che vadano al di la degli stereotipi di base: madri, prostitute, femmes fatales e seduttrici a profusione. Da questo punto di vista il film avrebbe sicuramente potuto fare di meglio.

Zeros and Ones è prodotto da Maze Pictures (Germania), Hammerstone Studios (Stati Uniti), Rimsky Productions (Regno Unito) e Macaia Film(Italia) e coprodotto da Almost Never Films (Stati Uniti). Blue Box International si occupa delle vendite all’internazionale.

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