email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

CANNES 2021 Semaine de la Critique

Recensione: Une jeune fille qui va bien

di 

- CANNES 2021: Il film d'esordio di Sandrine Kiberlain, proiettato alla Semaine de la Critique, è un dramma di formazione irregolare, privo di immersione e profondità

Recensione: Une jeune fille qui va bien
Rebecca Marder in Une jeune fille qui va bien

Il film d'esordio dell'attrice e cantante Sandrine Kiberlain, un dramma intitolato Une jeune fille qui va bien [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, è stato uno dei titoli selezionati alla Semaine de la critique di quest'anno al Festival di Cannes. Il film, scritto dalla stessa Kiberlain, è ambientato a Parigi nel 1942 e segue Irene (Rebecca Marder, già vista in Seize printemps [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Suzanne Lindon
scheda film
]
, il primo lungometraggio della figlia di Kiberlain, Suzanne Lindon), una giovane ragazza di 19 anni amante del teatro. La sua famiglia, formata da suo fratello Igor (Anthony Bajon), suo padre André (André Marcon) e sua nonna Marceline (Françoise Widhoff), è ebrea e, nonostante i tempi difficili sotto il nazismo e l'attuazione delle leggi razziste, la spensierata la ragazza si concentra solo sul suo primo amore, un ragazzo affascinante di nome Jacques (Cyril Metzger), sui suoi amici e sulle sue prove. E, francamente, questo è più che sufficiente da dire per quanto riguarda la narrazione, dato che c'è ben poco sviluppo sia del personaggio che della trama nella sceneggiatura di Kiberlain.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

Il primo grosso problema di questo lungometraggio è la generale mancanza di approfondimento. È difficile rendersi conto che stiamo assistendo a una storia ambientata a Vichy, in Francia e, a parte alcune sporadiche menzioni nei dialoghi dei personaggi e le Stelle di David cucite sugli abiti di Marceline e Irene che appaiono verso la fine del film, non vediamo mai una minaccia concreta, del disagio o un segnale che ci ricordi che il Paese è in guerra o sotto occupazione straniera. Nello specifico, il progetto complessivo della produzione è piuttosto irregolare e, visivamente, quasi tutto – gli oggetti di scena, le location e le acconciature delle donne – sembra molto più recente, o addirittura contemporaneo. La fotografia, ripresa da Guillaume Schiffman (Mon cousin [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, Il principe dimenticato [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
), è dominata da colori freddi e dai toni blu, ma nel complesso sembra piatta e più vicina a quella di una soap opera televisiva. In modo audace ma inefficace, la colonna sonora alterna brani da film di guerra piuttosto convenzionali e canzoni moderne, ma il risultato finale è uno strano miscuglio. Un montaggio troppo netto chiude questo film caotico, e lascia gli spettatori perplessi.

Tutto sommato, Une jeune fille qui va bien è un film di formazione da dimenticare. L'idea di giocare con il conflitto tra una ragazza gioiosa e spensierata e la minaccia incombente rappresentata dal tempo di guerra è sicuramente interessante, ma in questo quadro non è ben sfruttata. L'intero cast fa un lavoro onesto e cerca di salvare la situazione, ma l'impressione rimane quella di un film dal ritmo lento che avrebbe richiesto molta più cura in molti dettagli per mantenere gli spettatori agganciati. Purtroppo non è nemmeno esente da alcune scene piuttosto imbarazzanti, come quella che ritrae Irene che mostra al fratello come può eccitare un uomo e il ragazzo che le dice come baciare succhiandole il dito.

Une jeune fille qui va bien è una produzione francese di Curiosa Films e E.D.I. Films, in coproduzione con France 3 Cinéma. Ad Vitam si occupa della distribuzione in Francia, mentre a France TV Distribution sono state affidate le vendite internazionali.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy