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CANNES 2021 Cannes Première

Recensione: Cow

di 

- CANNES 2021: Andrea Arnold offre una lezione magistrale su come guardare un animale negli occhi

Recensione: Cow

Ora questa è la tendenza– dopo First Cow di Kelly Reichardt, è chiaramente il momento dei bovini. Focalizzandosi ininterrottamente su un solo animale, sarebbe molto facile ridere del primo documentario di Andrea Arnold, Cow [+leggi anche:
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, mostrato nella sezione Cannes Première del Festival di Cannes, o dire che è stancante, ma quando ci promette un film che parla di una mucca, questo è esattamente ciò che ci consegna.

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Non ci sono avventure divertenti qua – niente di eccitante come in The Bear di Jean-Jacques Annaud, mentre Luma e le sue compagne rassegnate che conducono una vita di routine. Vedere ciò che vede lei è, in poche parole, semplicemente difficile – ma le solite pareti e macchine che continuano a pompare mentre delle melodie pop accompagnano le mucche nelle loro attività quotidiane. Con tutta questa ripetizione stordente, si insinua un soffio di Office Space di Mike Judge: è tutto lavoro e poco divertimento, anche se nessuno parla di cucitrici.

E poi, perché un progetto come questo dovrebbe essere affrontato in modo diverso visto alcuni recenti esempi di “cinema lento”? Visto che, dopo qualche momento iniziale di resistenza, è tutto molto coinvolgente. Arnold utilizza l’approccio di Gunda [+leggi anche:
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, e uno può dire, ma questa volta non c’è nessuna fotografia in bianco e nero in cui nascondersi, e discutibilmente, si è spinta un po’ più vicino. È come se la sua camera (o meglio, quella della direttrice della fotografia Magda Kowalczyk) fosse uno degli animali, ricevendo anche qualche calcio occasionale e qualche sguardo di disapprovazione. Le persone non contano nulla questa volta. Si possono sentire ma possono essere visti solo da una prospettiva a quattro zampe, con le loro mani invadenti e li loro “brava ragazza” che riecheggiano come una specie di ritornello.

È sicuramente una storia sullo sfruttamento di un corpo, ed è sicuramente stancante, ma Arnold evita il fattore shock, i macelli e il dolore costante – potrà essere ripetitiva e noiosa, ma queste mucche hanno una vita, e nei loro occhi non si vede solo la paura. Non c’è nessuna predica riguardante il fatto che “gli animali sono come noi”, ma emergono tratti di personalità. Luma a volte sembra scontrosa, o turbata, e a un certo punto la vediamo fissare il cielo notturno. C'è persino un gorgogliante senso di ribellione dopo anni di silenziosa sottomissione – qualcuno dice che è una cosa che "succede" quando gli animali invecchiano.

Un primo piano su delle mucche che partoriscono è un po’ troppo per alcuni, come dimostrato dal suono di respiri accelerati sentito al cinema di Cannes, e chiunque abbia mai visto un film Disney con qualsiasi tipo di animale si starà aspettando che qualcosa vada terribilmente storto. Ma è divertente vedere come questi film possano essere di effetto, anche se forse non influenzano necessariamente la vita quotidiana delle persone. O forse lo fanno? Se David Foster Wallace chiedeva alle persone di, gentilmente, “considerare l’aragosta”, Arnold sta facendo la stessa cosa per la mucca.

Cow è una produzione britannica di Halcyon Pictures e BBC Films. La sua distribuzione è gestita da Ad Vitam e le vendite da mk2 Films.

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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