email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

NIFFF 2021

Recensione: In the Earth

di 

- Il film di Ben Wheatley ci trasporta nel cuore della terra dove ribollono suoni e colori così accecanti da scatenare una vera e propria crisi mistica

Recensione: In the Earth

Sostenuto da una colonna sonora delle più ricercate e intriganti creata dal genio del settore Clint Mansell, In the Earth [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, in Concorso internazionale al Neuchâtel International Fantastic Film Festival (NIFFF) dopo la sua première a Sundance, procede senza tanti giri di parole toccando a tratti l’astrazione più pura. Fra misticismo pagano e viaggi lisergici degni di un Goa party, l’ultimo film del britannico Ben Wheatley si interroga su ciò che la nostra madre terra nasconde nelle sue viscere. E se i poteri che custodisce nel suo ventre, e di cui l’uomo ha smesso da molto tempo di curarsi, fossero capaci di ribaltare la nostra stessa concezione dell’universo?

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Dopo una brevissima introduzione: l’arrivo di uno dei protagonisti, Martin uno scientifico del quale non sapremo molto fino alla fine, in un laboratorio improvvisato in cui un gruppo di suoi colleghi lavora sulla creazione di un vaccino che possa contrastare un potente virus che colpisce il mondo intero, il film ci trasporta subito nel cuore di una misteriosa foresta che farà da cornice a tutta la storia. Ad accompagnare Martin nella sua spedizione scientifica nel cuore di una foresta che capiamo subito custodire strane ed inquietanti presenze, è una guida forestale: Alma che lo toglierà molte volte d’impiccio e della quale, ancora una volta, sappiamo davvero poco. Mano a mano che la forza e il raziocinio abbandonano i due protagonisti, è la natura a svegliarsi amplificando i suoi suoni fino a trasformarsi lei stessa in una potente vibrazione che penetra i corpi di Martin ed Alma nel profondo. Nella foresta, e una volta attaccati da non si sa quale presenza mentre dormono nelle loro tende, i due incontrano un misterioso eremita che gli propone di aiutarli. Come ogni horror che si rispetti, Martin ed Alma accettano (non senza riserve) il suo invito che non si rivela però essere disinteressato. Eppure, malgrado il misterioso personaggio li sottoponga a macabri rituali, le sue intenzioni restano ambigue, come se il male non fosse il suo obiettivo finale.

Guidato da una forza più grande di lui, le cui leggi sono custodite in un antico libro, il misterioso eremita si rivela essere l’ex marito di una scientifica, Olivia, che Martin deve aiutare nelle sue ricerche sulla micorriza e con la quale ha avuto una relazione sentimentale. Anche lei istallata nel cuore del bosco e scovata per caso dai due protagonisti quando riescono a fuggire dall’eremo nel quale sono tenuti prigionieri, Olivia appare subito come un personaggio complesso ed ambiguo che ci ricorda protagoniste di film classici del genere horror come Jessica Harper in Suspiria di Dario Argento. Allontanatasi dalla ricerca scientifica pura per seguire anche lei il cammino che porta nel cuore della terra, lì dove risiede forse la salvezza dell’umanità, Olivia sperimenta con i suoni un legame più intenso con la natura. In bilico fra incredulità e spirito di sopravvivenza, Martin ed Alma si lasciano trasportare fuori dal mondo, così come l’uomo lo immagina, per diventare un tutt’uno con i suoni, le onde, i colori, le spore che abitano la foresta. Un viaggio allucinatorio e allo stesso tempo rivelatore che ci fa riflettere su ciò che definiamo “realtà”. Una sorta di viaggio mistico che trasforma l’orrore in pura meraviglia.

In the Earth è prodotto da Rook Films e Neon ed è venduto all’internazionale da Protagonist Pictures.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy