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VISIONS DU RÉEL 2021 Concorso

Recensione: Holgut

di 

- La regista belga Liesbeth De Ceulaer presenta il suo misterioso e potente documentario, un viaggio inaspettato nel cuore della Tundra siberiana

Recensione: Holgut

Dopo un lungo processo di osservazione, indagine e sviluppo cinematografico durato più di otto anni, Liesbeth De Ceulaer presenta in prima mondiale a Visions du Réel (nel Concorso internazionale), congiuntamente con CPH:DOX (nella sezione Next:Wave Award), il suo ultimo documentario Holgut [+leggi anche:
trailer
intervista: Liesbeth De Ceulaer
scheda film
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. Attorniati e a volte quasi cullati dal freddo glaciale dell’Est della Siberia, i protagonisti di Holgut sembrano volteggiare su un filo teso tra passato e presente, natura e scienza. Quale ruolo giocano gli esseri umani nel processo di estinzione degli animali? Ma soprattutto, che peso ha l’estinzione di certe specie animali sulla vita degli esseri umani? Liesbeth De Ceulaer affronta queste domande senza però pretendere a delle risposte dogmatiche, derivate da un ragionamento lineare e pseudoscientifico. Il suo è piuttosto un viaggio al contempo poetico e spaventoso tra le viscere della terra, là dove i resti di un passato glorioso riemergono confrontandoci con le nostre contraddizioni e fragilità.

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Mentre il permafrost si sta sciogliendo nel bel mezzo della Tundra siberiana lasciando apparire i resti di animali scomparsi quali i mammut, le renne selvatiche, diventate con il passare del tempo creature quasi mitologiche, cominciano il loro triste percorso verso l’estinzione. Roman e suo fratello minore Kyym, entrambi originari della regione anche se il secondo abita ormai da anni in città con la madre, decidono di intraprendere una partita di caccia alla ricerca di questi misteriosi animali. Nello stesso momento, non lontano da loro, lo scienziato Semyon percorre il permafrost alla ricerca di tracce di ADN di mammut nella speranza di poterli un giorno clonare. Nel bel mezzo di una catastrofe naturale comparabile ad un’estinzione di massa le zanne di mammut attirano avventurieri d’ogni tipo lanciati in una caccia sfrenata all’avorio. Come ad amplificare l’enormità della situazione un nuovo mito, quello delle renne selvatiche sembra svilupparsi. Anche se spinti da motivazioni diverse, i cacciatori Roman, Kyym e Semyon si ritrovano loro malgrado intrappolati in un clima glaciale che sembra letteralmente trasformarsi sotto i loro occhi. Il viaggio che hanno intrapreso muta infatti al ritmo della natura stessa, confrontandoli ad una realtà spesso crudele dalla quale è impossibile sfuggire.

Holgut combina in modo inaspettato elementi propri alla finzione e al documentario trasformando il reale in poesia, il quotidiano in avventura. Attraverso gli occhi dei tre protagonisti, il mito (che si tratti di mammut o di renne selvatiche) penetra la realtà, modificandola nel profondo fino al cuore di quello che chiamiamo “certezza”. Malgrado i cambiamenti climatici sempre più radicali, la società sembra paradossalmente ricercare la sua anima “selvaggia”, il contatto con la natura, il legame con la terra ormai ricoperta dal cemento. La tundra siberiana si trasforma grazie alla cinepresa di Liesbeth De Ceulaer in palcoscenico della nostra stessa (dis)umanità, un luogo misterioso e impenetrabile nel quale coabitano con sorprendente bellezza fantasmi del passato e fragilità umana.

Holgut è prodotto dalla belga Minds Meet in coproduzione con Stempel mentre Filmotor (Praga) si occupa delle vendite all’internazionale.

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