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FILM / RECENSIONI Regno Unito

Recensione: Communists!

di 

- Il programmatore e critico cinematografico gallese Christopher Small fa un debutto alla regia interessante con questa specie di thriller ambientato in un festival di cinema

Recensione: Communists!
Poppy Rivers-Vincent in Communists!

Ritratto veritiero di un artista che partecipa a un estenuante festival cinematografico, Communists! [+leggi anche:
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intervista: Christopher Small
scheda film
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segna il debutto nel lungometraggio del rispettato critico e programmatore Christoper Small, che ha lavorato a Locarno, al Sheffield Doc/Fest e al Doc Alliance di Praga. Ora passa dietro la macchina da presa come sceneggiatore e regista, continuando una ricca tradizione di osservatori diventati cineasti prima di lui. Presentato in anteprima la scorsa settimana al BAFICI in Argentina, si tratta di un lavoro piccolo, artigianale, realizzato con un micro-budget e con un cast inesperto, ma ciononostante trasforma queste potenziali insidie in punti di forza.

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È il solito refrain degli aspiranti sceneggiatori: "scrivi di ciò che sai". E questo è un lavoro completamente immerso nel mondo dei festival cinematografici e della cultura cinefila: abbiamo le sportine de Il Cinema Ritrovato di Bologna, conversazioni su trattative di mercato attorno a tavoli a lume di candela disseminati di bottiglie di vino mezze vuote, accuse di nepotismo riguardo alla line-up della competizione, e quell'aura generale di eccitazione e stanchezza che proviene da una scorpacciata settimanale di film d'autore e chiacchiere. Eppure tutto questo non sembra mai elitario o supponente, perché il film di Small è palesemente consapevole del rapporto falsato tra questi eventi e la società normale, e della vulnerabilità dei creatori e degli operatori culturali che li frequentano. Il titolo è un omaggio, uno scherzo e una domanda esistenziale: c'è un grammo di coscienza sociale rivoluzionaria in queste manifestazioni, nonostante tutti i film politici che riempiono le loro selezioni?

Film dentro il film, la trama di Communists!, che ruota attorno al blocco creativo del creatore, evoca Adaptation di Spike Jonze, ma un confronto migliore che viene in mente a chi scrive queste righe sono i racconti osservativi di Jacques Rivette di giovani isolati, e gli intrighi cospiratori che li avvolgono come l'edera intorno a una casa fatiscente. Sacha (Poppy Rivers-Vincent) è una regista di film d’animazione sperimentali di 21 anni che presenta il suo secondo (!) lungometraggio in un festival cinematografico fittizio ma di grande prestigio nel Galles del Sud. Il luogo ha una risonanza familiare per Sacha: sua nonna bohémien di sinistra ospitava molti artisti e altra gente di passaggio nella sua vecchia casa, e sua cugina adottiva Connie aiuta ad organizzare il festival che si trova nelle vicinanze. Sacha si sente bloccata nel suo lavoro e vuole realizzare un film live-action con un maggior impatto sociale – da qui i "comunisti" – e il suo processo di ricerca comincia proprio con questo viaggio.

Camminando nei boschi durante i suoi tempi morti, è testimone di un orribile atto di violenza, e come se presentare in anteprima un nuovo film sperimentale ai suoi primissimi spettatori non fosse abbastanza stressante, ora non ha altra scelta che comportarsi come un personaggio di un altro genere di film: il thriller commerciale. È come se andassimo a un festival cinematografico senza essere vaccinati, e potessimo “catturare” l'aura di un film che vediamo in mostra; questa è la sensazione che proviamo quando questi tropi di genere si attaccano come una spora a questo dramma di millennial insoddisfatti.

La sensazione sobria e minimalista di Communists! e la fotografia digitale a volte sovraesposta possono dare ad alcuni spettatori la sensazione di un’opera amatoriale, eppure il film fa parte di un particolare lignaggio di titoli molto cinefili realizzati con mezzi limitati ma con molto da esprimere. È come un'illusione ottica: Small utilizza molto il fuori campo per dare l'impressione di un brulicante festival cinematografico al di là dei suoi fotogrammi, che spesso mostrano semplicemente i personaggi che conversano con la telecamera puntata su di loro. Ma ce lo vende bene: è l'astuto artificio del cinema, necessario in produzioni anche molto più grandi di Communists!.

Communists! è una produzione britannica guidata da Christopher Small per la sua società Antinomovies.

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(Tradotto dall'inglese)

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