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FIFDH GINEVRA 2021

Recensione: De la cuisine au parlement: Édition 2021

di 

- Stéphane Goël ci propone un viaggio attraverso un secolo di storia svizzera in cui le donne hanno lottato per uscire dalle soffocanti mura domestiche

Recensione: De la cuisine au parlement: Édition 2021

Il 7 febbraio 2021, in occasione dei 50 anni del suffragio universale in Svizzera, il regista svizzero Stéphane Goël propone al pubblico un nuovo montaggio del suo mediometraggio del 2012 De la cuisine au parlement. Il risultato è De la cuisine au parlement: Édition 2021 [+leggi anche:
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scheda film
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, un lungometraggio documentario “rivisitato” grazie all’aggiunta di 25 minuti supplementari che permettono di sviluppare con ancora maggior forza il tema del suffragio femminile ma anche e soprattutto delle lotte femministe degli ultimi cento anni in Svizzera: assicurazione maternità, uguaglianza salariale, diritto all’aborto o ancora violenze sessuali. Il film è stato presentato in gennaio in versione digitale alle Giornate di Soletta e compete ora al FIFDH nella categoria Grand réportage. Il film è co presentato con la RTS e il bureau de promotion de l’égalité et de prévention des violences (BPEV).

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Attraverso le testimonianze di donne che hanno lottato per l’uguaglianza e la parità di diritti: Patricia Schulz, Brigitte Studer, Marthe Gosteli, Simone Chapuis-Bischof, Amélia Christinat, Gabrielle Nanchen, Elisabeth Kopp, Ruth DreifussMarina Carobbio Guscetti e Tamara Funiciello ma anche grazie a materiale d’archivio di una ricchezza stupefacente (toccanti le testimonianze delle militanti), Stéphane Goël ci mostra quanto è stato fatto e quanto ancora c’è da fare. Dalle prime manifestazioni delle sufragette negli anni venti all’ormai famoso sciopero femminista del 2019, De la cuisine au parlément ci permette di penetrare nel campo di battaglia, sulle tracce di quante hanno combattuto per uscire dalla “cucina”, da una società patriarcale ed eteronormativa che le considerava solo in quanto mogli e madri. Anche se sarebbe stato importante precisare quanto le lotte femministe (e il concetto stesso di femminismo) siano molteplici, si consideri solamente il femminismo intersezionale, materialista o postmoderno o ancora le teorie queer, Goël riesce comunque a toccare un argomento altamente sensibile, e lo fa puntando la sua cinepresa tra le pieghe di una società, quella elvetica, che deve fare i conti con un passato non sempre luminoso. La Svizzera è stata infatti uno degli ultimi paesi al mondo a concedere il diritto di voto e l’eleggibilità alle donne. Grazie, anzi in questo caso sarebbe meglio dire a causa di una democrazia diretta che regala al popolo (fino al 7 febbraio del 1971 considerato come un unicum maschile inviolabile) il diritto di pronunciarsi in merito alle decisioni del Parlamento o di formulare proposte di modifiche costituzionali, gli “uomini “svizzeri (appartenenti a quella che R.W. Connel definisce come “mascolinità egemonica”) sono riusciti a impedire alle “donne” (intese come costruzione sociale) di prendere posizione in ambito politico. Come sottolineato da Stéphane Goël, c’è voluto un secolo di lotte e ben ottanta votazioni per convincere gli “uomini svizzeri” a rinunciare a una parte dei loro privilegi. Oggi possiamo parlare di eguaglianza di diritti, di uguaglianza di generi (al di fuori d’uno sterile binarismo)? La risposta è decisamente più complessa di quanto si creda e le conquiste ottenute sempre più fragili e precarie. Lottare diventa necessario se si vuole sperare in un mondo più giusto, libero e soprattutto inclusivo (da ogni punto di vista!).

De la cuisine au parlement: Édition 2021 è prodotto da Association Climage e RTS Radio Télévison Suisse. Association Climage si occupa anche delle vendite all’internazionale. L’uscita in sala da First Hand Films è prevista per giugno del 2021.

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(Tradotto dal francese)

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