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LUSSEMBURGO 2021

Recensione: An Zéro - Comment le Luxembourg a disparu

di 

- Questa docufiction di Julien Becker e Myriam T. immagina le ripercussioni di un disastro nucleare sul futuro del Granducato

Recensione: An Zéro - Comment le Luxembourg a disparu

Nel marzo 2012, un anno dopo la tragedia di Fukushima, il parlamento lussemburghese adotta una mozione secondo cui la centrale nucleare di Cattenom, situata in Francia a 35 km dalla capitale del Lussemburgo, "mette in pericolo la sovranità e la sostenibilità della nazione lussemburghese". La rivelazione di falle nei sistemi di sicurezza di questa ammiraglia energetica della Lorena, entrata in servizio nel 1986, ha scatenato le proteste. Il governo spinge per la chiusura delle attività dell'impianto, inizialmente previste durare per trent'anni. Tuttavia, il suo operatore EDF ha appena lanciato un progetto per prolungare le attività. La posta in gioco è enorme: l'impianto è il terzo in Francia e il suo primo reattore da solo produce il 2% dell'elettricità nazionale.

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Conosciuto per i suoi cortometraggi a cavallo tra thriller e fantascienza (22:22 e Article 19-42), il regista Julien Becker tratta l'argomento con fervore. Per realizzare la docufiction An Zéro [+leggi anche:
intervista: Julien Becker
scheda film
]
, presentata in anteprima al Luxembourg City Film Festival, si è avvalso della collaborazione di Myriam Tonelotto (Myriam T.) e Thomas Tomschak. Insieme, hanno immaginato il surriscaldamento e poi l'improvvisa esplosione di un reattore Cattenom e l'esatta successione degli eventi. Dai primi segnali mal compresi dagli abitanti direttamente minacciati (il 75% della popolazione lussemburghese vive nel primo perimetro di sicurezza della centrale), allo spiegamento delle procedure di evacuazione, passando per i movimenti dettati dal panico: tutto viene ricreato con realismo e un solido lavoro di documentazione.

An Zéro mette in luce i migliori attori lussemburghesi del momento: incarnano cittadini presi alla sprovvista, con diversi livelli di coinvolgimento. Sophie Mousel e Joël Delsaut formano il duo di giornalisti che si occupano dal vivo del cataclisma. Li ritroviamo anche qualche anno dopo, quando il Lussemburgo è diventato una vera no man’s land e la sua popolazione è dispersa nei campi profughi. L'avvocato interpretato da Luc Schiltz (protagonista della serie Capitani) intende svelare i segreti sepolti dagli operatori della centrale. Al suo fianco, gli spettatori riescono a mettere immagini, e parole, in una situazione difficile da immaginare: la graduale estinzione dell'identità culturale di un intero Paese.

La forza del film sta anche nel continuo andirivieni tra sequenze fittizie e testimonianze di veri esperti. Gli autori hanno intervistato politici, fisici, un avvocato specializzato in diritti dei rifugiati, un costituzionalista e alcuni storici. Tutti condividono le loro reazioni e immaginano l'impatto del disastro. Va ricordato per inciso che molti impianti nucleari francesi sono stati installati volontariamente lungo i confini tedesco, belga e lussemburghese... Lucidi, affascinanti, persino spaventosi, i commenti dei relatori danno una profondità ulteriore all'impresa inedita di An Zéro. Accompagnate da animazioni 3D che riecheggiano l'estetica del cinema di fantascienza, queste interviste sono messe in scena con originalità e umorismo. 

Oltre al film, una app per cellulare consentirà agli utenti di vivere il giorno del disastro. Viene lanciata il giorno della prima trasmissione su Arte. Il progetto è prodotto da Skill Lab Creative Studio con il NDR tedesco.

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(Tradotto dal francese)

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