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FILM / RECENSIONI Portogallo / Brasile

Recensione: The Year of the Death of Ricardo Reis

di 

- L'ultimo film di João Botelho, attualmente in programma a San Paolo, è un adattamento cinematografico dell'omonimo libro di José Saramago

Recensione: The Year of the Death of Ricardo Reis
Victoria Guerra e Chico Diaz in The Year of the Death of Ricardo Reis

The Year of the Death of Ricardo Reis [+leggi anche:
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è l’ultimo film di João Botelho ed è un adattamento cinematografico dell’omonimo libro di José Saramago. È una storia di finzione che racconta il destino inesplorato di uno degli eteronimi di Fernando Pessoa: Ricardo Reis. Il film è uscito a livello nazionale all’inizio di ottobre grazie alla società portoghese NOS Audiovisuais, ed è ora proiettato al Festival internazionale del cinema di San Paolo (22 ottobre-4 novembre).

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Non è il primo adattamento letterario di Botelho, ma rappresenta il suo primo tentativo di approccio all’universo letterario di Saramago. Saramago è famoso per il suo stile unico di scrittura, e Botelho ha svolto un lavoro impressionante nel catturare l’essenza generale di questa storia. Il copione – e la sua rappresentazione scenica – si incentrano sulla storia generale e sui suoi aspetti lineari, creando un racconto visivo fluido e piuttosto prevedibile degli ultimi nove mesi di vita di Reis. Nei mesi in cui soggiornava presso l’Hotel Bragança, in una Lisbona costantemente uggiosa, ha avuto incontri romantici con due donne diverse, ha parlato con il fantasma di Pessoa e ha assistito agli eventi politici che stavano cambiando lo scenario socio-politico dell’Europa nel 1936.

Citare Wittgenstein, come Saramago fece in The Interruption of Death, potrebbe essere un buon punto di partenza per comprendere l’approccio di Botelho: “Se, per esempio, si dovesse pensare più approfonditamente alla morte, sarebbe alquanto strano se, facendo ciò, non vi capitasse di riscontrare nuove immagini e nuovi campi linguistici”. Botelho ha utilizzato vecchie formule cinematografiche – una rinascita contemporanea del genere noir – per creare un universo unico in cui il bianco e il nero, e la vita e la morte, si incontrano, e vengono considerati sotto un punto di vista innovativo, poetico e cinematografico – e in fin dei conti, la sua è una storia di poeti. Botelho utilizza la luce in modo brillante non soltanto per enfatizzare il focus dello sguardo di Reis, ma anche per avere una visione chiara del contrasto tra creatore e creazione: Fernando Pessoa (interpretato da Luís Lima Barreto) e Ricardo Reis (Chico Diaz). L’idea a sostegno di tale concetto, è quella di un eteronimo che si estende oltre la vita del reale individuo che lo ha creato, ed è splendidamente ritratta in un film che gioca con le immagini e i riflessi, con i corpi e le ombre, e con la finzione nella finzione.

La rappresentazione dei livelli della finzione – e dell’intertestualità – è amplificata dall’utilizzo di effetti speciali che sono tenuti ad apparire leggermente superficiali all’interno di scene altamente controllate, palesemente studiate a fondo, e che presentano un’attenzione meticolosa per il dettaglio. È lo scenario adatto per far sì che la storia – un personaggio a sé stante – prenda vita.

La mancanza di azione è in sintonia con la situazione socio-politica che fa da sfondo al ritorno di Reis in Portogallo nel 1936 (la guerra civile spagnola, la dittatura portoghese e così via). Ciò che conta alla fine per questo personaggio e per il film è provare sentimenti, pensare, ed essere (magari senza esistere). Il legame romantico che ha con Lídia (Catarina Wallenstein) e Marcenda (Victoria Guerra) è attentamente esplorato, con uno sguardo che enfatizza esattamente la maniera in cui il protagonista le percepisce.

Malgrado la fine del film lasci un po’ a desiderare, creare un legame eccessivamente letterale tra il passato e il presente, in cui il bianco e il nero sfumano verso una raffigurazione a colori di una (nuova) vita dopo la morte, in cui molto è (e non è) cambiato, rappresenta un viaggio che però vale la pena fare: un bellissimo omaggio ad uno dei più celebri scrittori portoghesi.

The Year of the Death of Ricardo Reis è stato prodotto dalla società portoghese Ar de Filmes e dalla società brasiliana Raccord Produções.

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(Tradotto dall'inglese da Ilaria Croce)

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