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VENEZIA 2020 Fuori concorso

Recensione: The Duke

di 

- VENEZIA 2020: Roger Michell fa un film per il grande pubblico che tuttavia cerca di accontentare un po' troppo

Recensione: The Duke
Jim Broadbent in The Duke

Chiaramente portato in Italia per rallegrare la sezione Fuori Concorso della Mostra del cinema di Venezia, The Duke [+leggi anche:
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scheda film
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di Roger Michell è accessibile e divertente. O almeno l’intento era quello. Ispirato alla strana, ma vera storia dell’uomo che, nel 1961, fece notizia dopo che il dipinto del Duca di Wellington di Goya venne rubato dalla National Gallery a Londra, vediamo Jim Broadbent continuare la sua missione di vita, recitando le persone più buone immaginabili. Questa volta, gli viene assegnata la parte di Kempton Bunton: un tassista occasionale che parla troppo, un aspirante drammaturgo e un attivista appassionato prima che qualcuno avesse mai sentito tale termine. Non che sua moglie Dorothy (Helen Mirren, più scontrosa che mai) approvasse, stanca delle sue crociate interminabili. Sembrerebbe aver raggiunto il suo limite di sopportazione, dopo che Kempton si ritrovò in guai molto più seri di quelli di rifiutarsi di pagare la tassa per la concessione televisiva - un reato punito con 13 giorni di prigione.

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Breve e caratterizzato da toni allegri, The Duke è una di quelle tipiche commedie drammatiche britanniche approdate nei cinema di tutta Europa da un bel po’ – quelle che godono di ambientazioni retrò, un cast affidabile già collaudato, e un’allegra visione generale dell’umanità e della vita – anche quando porta dolore. “Come si mangiano degli elefanti? Un boccone alla volta,” come si suol dire, perfettamente appropriato per una storia che parla di un semplice uomo determinato a combattere per ciò che considera giusto. Effettivamente un boccone alla volta.

Senza rivelare troppo di questa trama fuori di testa, altrimenti potreste rischiare di farvi arrestare per 13 giorni anche voi, The Duke è, prima di tutto, la storia di un emarginato, qualcuno che, nonostante i quasi costanti rigetti, anche in ambito familiare (“Mia moglie – lei mi supporta sempre in privato,” afferma impassibile), non si arrende. Ci vuole un attore facile da amare come Broadbent per riuscire a tirare fuori qualcosa da questa parte, che può essere facilmente tradotta come l’Indistruttibile Kempton Bunton. Ovviamente, avendo Mirren sempre pronta a rovinargli la festa.

Merita vederlo per le prese in giro dei due protagonisti, ma in fin dei conti The Duke è un po’ deludente, forse perché sembra far leva un po’ troppo su cose già viste, presentando ancora una volta cose che hanno già funzionato nel passato. 

Presumibilmente, è una formula funzionale, e questo film è destinato a far ridere anche dopo la chiusura della Mostra del cinema di Venezia. Anche se, con il passare del tempo, qualcuno si ricorderà ancora della scena con Bunton e Dr. No, il resto del film è destinato a svanire.

The Duke, un film britannico, è stato prodotto da Nicky Bentham per Neon Films, Pathé UK, Ingenious Media, Screen Yorkshire, e Great Bison Productions. Pathé International gestisce le sue vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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