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FILM / RECENSIONI Belgio / Francia

Recensione: Adorables

di 

- Solange Cicurel ritorna con una commedia familiare sull'adolescenza che dovrebbe parlare sia ai genitori che ai più giovani

Recensione: Adorables
Elsa Zylberstein, Ioni Matos e Lucien Jean-Baptiste in Adorables

Dopo aver vinto il Premio Magritte per il miglior film d'esordio con Faut pas lui dire [+leggi anche:
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, Solange Cicurel torna con Adorables [+leggi anche:
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, una commedia familiare sull'adolescenza che dovrebbe parlare sia ai genitori che ai più giovani, lanciata nel cuore dell'estate da UGC Distribution, che vede in essa un potenziale successo, come è avvenuto negli ultimi anni con Ma Reum [+leggi anche:
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o C'est quoi cette mamie.

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Emma (Elsa Zylberstein) è una psicologa, autrice di un libro sul suo rapporto con la figlia adolescente. Eppure, quando compie 14 anni, Lila (Ioni Matos) inizia la sua crisi adolescenziale e passa da bambina perfetta ad adolescente insopportabile. Victor (Lucien Jean-Baptiste), l'ex e il padre, cerca di allentare la tensione, ma tra madre e figlia si dichiara guerra!

Prime emozioni, prime bugie... Lila potrà essere una bambina "perfetta" con tutte le virgolette che si possono immaginare, adorando la madre, il padre, superando con grazia il loro divorzio, e portando gioia e felicità alla loro famiglia, ma quando la madre ha intenzione di metterla in punizione, e senza possibilità di incontrare il bel ragazzo che le fa l'occhiolino a scuola, la macchina si inceppa all'improvviso. E non basteranno i principi di gentilezza e di educazione positiva di Emma per fargliela passare. Travolta, Emma decide di mettersi al lavoro: punizione e ritorsione.

È La guerra dei Roses che scoppia in casa, e non si può dire che Lucien, l'ex marito, faccia da mediatore, almeno all'inizio. In realtà, è più un tipo che butta brace sul fuoco. Per non parlare del fatto che, mentre Lila si scopre con le farfalle nello stomaco, Emma si riscopre, e potrebbe anche innamorarsi. Infatti, mentre è sua figlia che dovrebbe essere nel bel mezzo di una crisi, Emma si chiede cosa le stia succedendo. Non si riconosce più. È anche allergica a sua figlia. Con suo grande sgomento, è l'ombra di un'altra madre che riconosce molto bene, la propria. Va detto che Emma ha vissuto un'adolescenza conflittuale e ha giurato di non riprodurre mai il comportamento di sua madre.

Ma possiamo sfuggire agli schemi educativi lasciati dai nostri genitori? Adorables mostra diverse sfaccettature della maternità attraverso una storia transgenerazionale. Mettendo in discussione i suoi principi educativi, Emma ripensa a quelli di sua madre, che odiava tanto e che si trova ad applicare quasi suo malgrado.

Il film naviga su un'onda che è salutare perché allevia i sensi di colpa, quelli delle "cattive madri". Queste madri che vogliono essere madri e molto di più. Queste madri "indegne" che a volte vogliono sbocciare al di fuori della maternità, e ricordano che anche loro sono state adolescenti. Isabelle (Tania Garbarski), la sorella di Emma, che ha il suo primo figlio dopo i 40, si diverte molto, e ha una serie di battute per ogni madre (e genitore) notevolmente esausta: "Il momento migliore della giornata è quando il bambino dorme", "Se lo metto nell'asilo nido, non lo riporterò indietro". Il genitore che non ci ha mai pensato in un momento di assenza (o di saturazione) scagli la prima pietra…

Adorables ritrae con tenerezza questo paradosso universale: "Quando non c'è, mi manca, e quando c'è mi fa incazzare", dice Emma. Ma il film affronta anche, di sfuggita, la questione del peso della maternità, dell'immagine che riflettiamo e che ci aspettiamo dalle madri: "Volevo essere una grande madre e faccio schifo", lamenta Emma. Ma alla fine, ha almeno chiesto alla figlia cosa ne pensava?

UGC Distribution crede visibilmente in questo argomento di grande attualità, e posiziona il film come la commedia familiare dell’estate. Il film esce il 22 luglio in Francia, il 29 luglio in Belgio, distribuito da Beluga Tree, anche produttore del film insieme a Other Angle Pictures.

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(Tradotto dal francese da Elenia Buono)

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