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CANNES 2020

Recensione: Josep

di 

- CANNES 2020: Aurel firma un film d'animazione magnifico sulla Retirada, il doloroso esodo in Francia degli antifranchisti spagnoli nel 1939, attraverso la traiettoria del disegnatore Josep Bartoli

Recensione: Josep

"È triste. Se non ne muori, ti ci abitui". Il regista francese Aurel e lo sceneggiatore Jean-Louis Milesi hanno scelto di affrontare un tema caldo nel loro straordinario film Josep [+leggi anche:
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, che si è conquistato il bollino della Selezione ufficiale di Cannes 73 ed è presentato al Marché du Film Online. Nel febbraio del 1939, dopo la presa di Barcellona da parte della franchista Falange Española, quasi 500.000 repubblicani spagnoli attraversarono i Pirenei per trovare rifugio in Francia dove furono messi nei campi, in luoghi come Argelès e Rivesaltes. Tra questi, il fumettista di giornali Josep Bartoli, il cui percorso segue il film, attraverso la storia di un poliziotto francese molto più gentile della norma.

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"Questi selvaggi possono morire a casa". Picchiati e umiliati dalle loro sadiche guardie francesi, i rifugiati spagnoli cercano di sopravvivere dietro il filo spinato: "Stiamo lasciando morire coloro che hanno combattuto contro il fascismo per fame e malattie. Non c'è acqua potabile o dottori, ma scabbia, scorbuto, tifo e carestia". Josep, nel frattempo, disegna tutto ciò che vede, ovunque sia possibile, a terra, sulle pareti e attira così l'attenzione di Serge, un giovane e gentile poliziotto che presto lo aiuterà in segreto. È proprio Serge, al giorno d'oggi, a letto e prossimo alla morte, che racconta questa storia a suo nipote adolescente Valentin, la cui curiosità è stata suscitata da un disegno sul muro.

Amicizia e solidarietà tra uomini e donne imprigionati, lavoro forzato, bullismo e stupro, conflitti interni tra comunisti, trotskisti e anarchici, la pericolosa tentazione di tornare nel paese d'origine, la speranza di Josep di trovare la sua compagna Maria Valdès che è svanita durante l'esodo, l’indagine di Serge sulla sua scomparsa, la presenza di fucilieri senegalesi ("Ho sentito che esci con i negri. – Essendo persone colonizzate, sono francesi proprio come te e me"), fuga e ricongiungimento dopo la guerra in Messico dove si intravede brevemente Frida Kahlo, la pubblicazione della collezione di disegni Campos de concentración, una mostra post mortem a New York dell'opera di Josep Bartoli: il film ripercorre il destino dell'artista politicamente impegnato e svela il ruolo vergognoso svolto dalla polizia francese durante la Seconda guerra mondiale ("Facevo cose che a un poliziotto francese era chiesto di fare, e quelle cose non erano sempre belle. Qualche volta ho dato una mano alla Gestapo. Ho fatto salire tutte queste persone su quei treni...").

Un'affascinante lezione di storia magistralmente diretta da Aurel, che sfrutta al massimo gli eccezionali disegni di Bartoli inseriti in modo fluido in un ensemble molto sofisticato, in parte grazie a un uso inventivo delle transizioni e a un gioco sottile tra bianco e nero e colore. Sottolineando il potere salvifico dell'arte e dello spirito di resistenza all'interno di un ambiente ostile, Josep riecheggia perfettamente le parole del suo protagonista: "Le belle idee, se non incontrano una bella persona, diventano morte". E Josep è molto vivo.

Prodotto da Serge Lalou per Les Films d’Ici Méditerranée e coprodotto da France 3 Cinéma, dalla compagnia spagnola Imagic Telecom e dagli studi Les Films du Poisson Rouge, Lunanime (Belgio), Promenons nous dans les bois, Tchak, Les Fées Spéciales e Effecto, Josep sarà distribuito nei cinema francesi il 30 settembre da Sophie Dulac Distribution. Le vendite internazionali sono curate da The Party Film Sales.

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(Tradotto dal francese)

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