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Recensione: Reunited

di 

- L'ultimo emozionante documentario della cineasta danese Mira Jargil è la storia di una famiglia di rifugiati siriani sparsi in vari continenti e che lottano per ricongiungersi

Recensione: Reunited

L'ultimo film della cineasta danese Mira Jargil (Dreaming of a Family), Reunited [+leggi anche:
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, presentato in anteprima mondiale a CPH:DOX e ora proiettato a Hot Docs, nella sezione The Changing Face of Europe di European Film Promotion, è un raro esempio di documentario in cui la chiarezza della narrazione e l'emozione vanno di pari passo.

La famiglia Faras, di Aleppo, è sparsa in diversi continenti. Dopo essere fuggiti separatamente dalla Siria, il padre Mukhles è finito a Ottawa, la madre Rana ad Assens in Danimarca, e i due figli, Nidal (17) e Jad (11), a Mersin in Turchia. Jargil segue le loro storie nei rispettivi nuovi habitat e nei loro frequenti contatti via Internet, costruendo una storia forte e solida sull'importanza della famiglia, gli orrori di essere rifugiati, la loro lotta per trovare la propria strada nelle nuove culture in cui sono costretti a immergersi e contro l'umiliazione provocata dalla burocrazia, dai pregiudizi e dalla xenofobia, nel tentativo di ricongiungersi.

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Rana deve aprire la strada. Dopo aver ottenuto un permesso di soggiorno in Danimarca, ha chiesto il ricongiungimento familiare e, quando inizia il film, sta aspettando una risposta già da otto mesi. È una situazione snervante per questa pediatra un tempo stimata, che ora riesce solo a rimediare uno stage in un ospedale di Assens – ed è molto grata per questa opportunità.

Mukhles, ex medico della squadra nazionale di calcio siriana, ora lavora nella cucina di un ristorante a Ottawa. Lo vediamo fare falafel prima di mostrare con orgoglio le foto di se stesso con la squadra ai colleghi che sembrano rispettarlo e apprezzarlo, e anche un'immagine dei suoi due figli quando erano più piccoli. È troppo doloroso per lui vedere come sono cresciuti i ragazzi dall'ultima volta che li ha visti.

Nidal e Jad sembrano avere qualche problema in più. Vanno in una scuola per rifugiati siriani e vengono bullizzati e ostracizzati ogni giorno. Jad ha trovato un compagno di giochi, ma la madre del ragazzo non vuole che suo figlio frequenti un siriano. Nidal, nel frattempo, è dovuto crescere all'improvviso, ed è commovente vedere come prepara lo stesso piatto che sua madre era solita preparare per loro, mentre suo fratello ne sottolinea la differenza, ma senza lamentarsi.

Rana è bloccata nella morsa della burocrazia mentre tenta di procurarsi uno speciale documento di viaggio danese che le permetterebbe di viaggiare e andare a trovare i suoi figli. E questo è solo il primo passo: deve anche ottenere un visto dall'ambasciata turca, e non è sicuro che ci riesca.

L'approccio di Jargil è chiaro e commovente. Le trame alternate vengono utilizzate in modo efficace per mostrare i sentimenti dei membri della famiglia e la loro frustrazione per la situazione. In Siria erano rispettati e godevano di un elevato status sociale mentre, come rifugiati, sono come tutti gli altri: bloccati, soli, spaventati e turbati. Il film mostra dolorosamente come le cose che diamo per scontate possano sfuggire al nostro controllo.

Ma anche in tutto ciò, mantengono la loro dignità e speranza, e il film fa lo stesso, suscitando nello spettatore l'emozione giusta quando si avvicina al finale.

Reunited è una produzione della società di Copenhagen Moving Documentary Aps, e l’austriaca Autlook Filmsales detiene i diritti internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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