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FILM / RECENSIONI Polonia

Recensione: The Hater

di 

- Il regista del film nominato all'Oscar Corpus Christi, Jan Komasa, torna con la storia di un arrampicatore sociale dell'era digitale e del caos che scatena per conquistare una ragazza

Recensione: The Hater
Maciej Musiałowski in The Hater

Dopo essersi goduto un bellissimo weekend di apertura con 148.000 presenze in Polonia il 6 marzo, la scalata al botteghino di The Hater [+leggi anche:
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di Jan Komasa (nominato all'Oscar per Corpus Christi [+leggi anche:
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intervista: Bartosz Bielenia
intervista: Jan Komasa
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) è stata interrotta bruscamente dallo scoppio dell’epidemia di coronavirus. Dal 18 marzo, il film è disponibile online, finora solo a livello locale, con biglietti virtuali al prezzo equivalente delle normali entrate al cinema (circa €8), dando ai produttori una possibilità di pareggiare i conti, se non di trarre profitto. I dettagli della première internazionale di The Hater, che era stata fissata per l'edizione 2020 (cancellata) di Tribeca, rimangono sconosciuti.

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Tomek (un freddo e agghiacciante Maciej Musiałowski) studia a Varsavia grazie ai suoi ricchi benefattori, i Krasuckis (Danuta Stenka e Jacek Koman), la cui figlia turbata ed emotivamente fragile Gabi (una meravigliosa Vanessa Alexander) è da anni l’oggetto del suo desiderio. Contrariamente a come lo vede il mondo, Tomek non è certamente un ingenuo parvenu. Potrà pure essere una matricola nella facoltà di giurisprudenza, da cui viene espulso per plagio, ma è un esperto quando si tratta di psicologia sociale. Eccelle nella manipolazione, sia offline che online, e sa come parlare con le persone e come arrivare dove vuole. L'unica cosa che gli impedisce di ottenere ciò che desidera davvero, che è l'amore di Gabi, è il suo status sociale: non importa quanto moderno e hi-tech sia il nostro mondo, la scala sociale aleggia sempre sopra di noi, e quelli che hanno i soldi e il potere sono riluttanti ad aprire davvero le loro porte agli outsider. I Krasuckis sono tanto arroganti quanto ricchi, ma Tomek è determinato e paziente. Trova un lavoro in una losca società di pubbliche relazioni che scredita celebrità e politici per soldi, e se facendolo il team provoca il caos o alimenta la sfiducia sociale delle comunità LGBT o dei rifugiati – beh, non è proprio un problema loro.

Tomek apprende molto velocemente ed è un eccellente incitatore all'odio online, il che si traduce in una promozione sia professionale che sociale. Il suo nuovo obiettivo è, ironicamente, l'unico personaggio buono e onesto, un politico in corsa per la carica di sindaco di Varsavia (Maciej Stuhr).

Osservare la natura cinica e insensata della persecuzione online è agghiacciante ed estenuante, poiché Komasa indica la disuguaglianza sociale come terreno fertile per l'odio. I figli dei ricchi come Gabi e le sue amiche parlano inglese al pari del polacco; possono fare le valigie per andare a studiare a Londra o negli Stati Uniti con uno schiocco delle dita dei genitori, mentre altri come Tomek hanno bisogno di "beneficenza" anche solo per iniziare.

The Hater, che segna la seconda collaborazione tra lo sceneggiatore emergente Mateusz Pacewicz (Corpus Christi) e Komasa, è oscuro e ci lascia senza speranza. È anche la prova che il punto forte del regista polacco è il lavoro con gli attori – Maciej Musiałowski incarna l'odio minaccioso con un'intensità inquietante ma nasconde tutte le sue emozioni dietro il suo viso, che sembra più una maschera. Quando Tomek piange, non sei sicuro che sia per tristezza, delusione, terrore o pura rabbia. La psiche di questa mente malvagia è impenetrabile ed enigmatica, probabilmente anche per lo stesso Tomek. È un agente di paura e caos, e prospera nei momenti di tumulto sociale. È più che probabile che si crogiolerebbe nell’attuale spavento da COVID-19, molto più di chiunque altro. Gli odiatori odiano, dopotutto.

The Hater è prodotto dalla polacca Naima Film e coprodotto dall'emittente privata polacca TVN, Canal+ Poland, dFlights e Coloroffon. Il distributore nazionale è Kino Świat.

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(Tradotto dall'inglese)

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