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BERLINALE 2020 Concorso

Recensione: The Roads Not Taken

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- BERLINALE 2020: Il film di Sally Potter è la storia di uno scrittore intrappolato nella sua mente a causa della sua malattia, supportato dalla straordinaria performance di Javier Bardem

Recensione: The Roads Not Taken
Javier Bardem e Elle Fanning in The Roads Not Taken

Gli scrittori di tutto il mondo – i buoni, i cattivi e gli sconosciuti – hanno tutti una cosa in comune: trascorrono la maggior parte del loro tempo dentro la propria testa, circondati da personaggi che non esistono e da eventi che non sono accaduti, ma che loro sentono come reali. È ironico, quindi, che nella nuova opera di Sally Potter, The Roads Not Taken [+leggi anche:
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, proiettata in competizione alla 70ma Berlinale, un uomo specializzato nella parola scritta, Leo (Javier Bardem), sia intrappolato nella sua mente, non per scelta, ma a causa di una condizione simile alla demenza. Sua figlia ventenne (Elle Fanning) si prende cura di lui, accompagnandolo agli appuntamenti con i dottori e assicurandosi che stia bene.

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Il film si apre con uno schermo nero e un fastidioso ronzio, che suona familiare, ma non siamo sicuri di cosa si tratti. È così che Leo vive il mondo adesso: non è letteralmente cieco, ma non riesce a vedere cosa succede davanti ai suoi occhi, poiché è immerso profondamente nei suoi ricordi. E il mondo esterno è solo un suono sgradito e spiacevole.

Due momenti cruciali della sua vita lo perseguitano: una tragedia che ha colpito lui e la sua prima moglie (Salma Hayek), e il suo incontro, anni dopo, con una ragazza che gli ricordava la figlia adulta. Bloccato nella sua mente, intrappolato in un purgatorio quasi biblico, Leo si trova di fronte a sensi di colpa, rimorso e dolore – emozioni che molto probabilmente aveva evitato nella vita che stava conducendo prima che la sua malattia prendesse piede. Il suo mondo interiore sembra stranamente vicino e sempre presente: Potter lo mostra in modo realistico e usa solo la tavolozza dei colori e il trucco di Bardem per suggerire dove si trova attualmente.

La figlia di Leo cerca disperatamente di mettersi in contatto con lui e di tenerlo in contatto con il mondo esterno. La sua dedizione è commovente, ma viene in qualche modo sminuita dalla spiegazione piuttosto semplicistica "lo faccio perché sei mio padre", il che rende difficile connettersi con il suo personaggio. Ciò che spicca davvero nel nuovo film di Potter è la performance di Bardem, che esprime perfettamente la disperazione, la tristezza e l'acuta assenza di Leo. Il suo viaggio – o, piuttosto, la sua incapacità di andare avanti – si basa su uno dei temi preferiti di Potter: la transizione. Diversamente da Still Alice, in cui il personaggio di Julianne Moore soccombeva all'Alzheimer, qui la storia si concentra sull'immaginare come potrebbe essere avere un danno cerebrale ed essere completamente inconsapevoli del mondo esterno.

Questa interessante scelta artistica è anche rischiosa perché è difficile capire Leo ed entrare in profonda empatia con lui. Di conseguenza, il pubblico potrebbe finire per comprendere meglio la prospettiva dei medici, che non vedono più Leo come una "persona reale" e parlano con la famiglia invece di cercare di comunicare con il loro paziente. Guardare The Roads Not Taken è un'esperienza un po’ frustrante, il che è molto appropriato: è così che deve essere avere un parente cerebroleso. Il regno della mente è misterioso, e il film di Potter ci avvicina solo di un passo alla sua comprensione.

The Roads Not Taken è una coproduzione britannico-americana scritta da Sally Potter e prodotta da Christopher Sheppard, tramite Adventure Pictures. HanWay Films rappresenta il film a livello internazionale.

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(Tradotto dall'inglese)

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