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IFFR 2020 Voices Limelight

Recensione: Filles de joie

di 

- Anne Paulicévich e Frédéric Fonteyne presentano un ritratto corale di tre eroine del quotidiano che per sbarcare il lunario conducono una doppia vita

Recensione: Filles de joie
Annabelle Lengronne, Sara Forestier e Noémie Lvovsky in Filles de joie

È nella sezione Voices - Limelight dell’IFFR che troviamo Filles de joie [+leggi anche:
trailer
intervista: Anne Paulicevich e Frédéri…
scheda film
]
, il quinto lungometraggio di Frédéric Fonteyne, scritto e immaginato da Anne Paulicevich, che ne cura anche la direzione artistica. Il film racconta il patto che unisce tre donne agli antipodi, ma riunite dal destino e dalla loro professione. Madri di famiglia o donne timide nella vita civile che si prostituiscono in segreto per guadagnarsi da vivere dignitosamente.

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Filles de joie inizia con una classica scena cinematografica, leggermente distorta. Sotto la pioggia battente, tre donne seppelliscono un corpo, il corpo di un uomo. Axelle, Dominique e Conso, sono unite dalla morte e sfidano le convenzioni della sceneggiatura. Queste tre donne normali si ritrovano ogni mattina in un parcheggio di quartiere per andare a lavorare dall'altra parte del confine, un confine tanto fisico quanto simbolico, passato il quale si trasformano e diventano Athéna, Circé e Héra sotto gli occhi dei clienti del bordello dove operano.

Anne Paulicevich e Fréderic Fonteyne ci invitano a seguirle nella loro lotta quotidiana per mantenere la dignità, per far fronte agli alti e bassi della vita che le hanno spinte a ricorrere alla prostituzione come ancora di salvezza.

Filles de joie non è un film sulla prostituzione, bensì sulla vita, quella di queste eroine del quotidiano, che superano gli ostacoli e sembrano avere più vite, come i gatti.

Gli autori, supportati dalla fotografia della giovane DoP Juliette Van Dormael, catturano la verità di questa vita quotidiana fatta di drammi ed euforia, momenti di condivisione, folli risate, conflitti, la vita in ciò che ha di più organico. La vita quotidiana a casa come quella del bordello. I momenti di attesa e complicità. Concentrandosi di volta in volta sul punto di vista di ciascuna delle ragazze, catturiamo i loro difetti e i loro punti di forza, il potere che le guida e permette loro di sopportare l'insopportabile. La sfida è soprattutto quella di mostrarle in tutta la loro dignità, una dignità acquisita lottando duramente, sempre da conquistare e riconquistare.

Nonostante i drammi, l'umorismo, sempre presente, è una valvola di sfogo essenziale per alleviare la pressione. C'è gioia in queste ragazze, come recita il titolo. Gioia nonostante le lacrime, le ferite. Gioia, anche se non è tanto un film sulla prostituzione quanto sulla violenza contro le donne, la violenza fisica e sociale.

Per incarnare queste eroine, erano necessarie grandi attrici, e Anne Paulicevich e Frédéric Fonteyne le hanno trovate in Sara Forestier, Noémie Lvovsky e Annabelle Lengronne che eccellono nel dare carne e complessità ai poliedrici personaggi immaginati dalla sceneggiatrice.

Filles de joie è prodotto da Jacques-Henri Bronckart per Versus Production e coprodotto da Les Films du Poisson (Francia) e Prime Time (Belgio). Le vendite internazionali sono gestite dalla società con sede a Bruxelles Be For Films e il film uscirà in Belgio il 12 febbraio (distribuzione: O’Brother) e in Francia il 18 marzo (distribuzione: KMBO).

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(Tradotto dal francese)

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