email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

FILM / RECENSIONI Francia

Recensione: Chanson douce

di 

- Karin Viard offre una performance d'attrice eccezionale e mozzafiato nell'adattamento di Lucie Borleteau del romanzo di Leïla Slimani, premio Goncourt 2016

Recensione: Chanson douce
Karin Viard in Chanson douce

"Sto soffocando. Da quando sono nati, ho paura di tutto, soprattutto che muoiano". Per una donna, l'irruzione dei figli nella vita di tutti i giorni è al contempo una fonte di gioia, di ansia e di ricerca di un nuovo equilibrio nella vita individuale, di coppia e familiare. Questo è lo stato d'animo di Myriam (Leila Bekhti), una giovane avvocatessa parigina che vuole riprendere il suo lavoro per uscire dalla spirale (pannolini, passeggini, entrate e uscite dall'asilo, lavatrice, preparazione dei pasti e notti agitate) in cui l'hanno catapultata i suoi due figli, Mila (cinque anni) e Adam (11 mesi), cosa di cui si preoccupa molto meno il suo compagno Paul (Antoine Reinartz), produttore musicale. In breve, bisogna trovare una tata e, durante un casting di candidate, arriva quella che sembra la perla rara: Louise (Karine Viard), il personaggio chiave di Chanson douce [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
di Lucie Borleteau, lanciato oggi nei cinema francesi da StudioCanal. Ma le apparenze sono fuorvianti, persino pericolose...

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Adattamento per mano della regista, Jérémie Elkaïm e Maïwenn dell'omonimo romanzo di Leïla Slimani, vincitore del premio Goncourt 2016, il film erge un vero piedistallo a Karine Viard che padroneggia in modo formidabile il ruolo di questa tata squilibrata sotto l’apparente perfezione che si frantuma un poco per volta. Una minaccia che i genitori percepiscono dopo un tempo infinito, essendo la loro esistenza così facilitata da questa dipendente iper professionale, servizievole, più che puntuale e disponibile, maniaca delle pulizie, cuoca eccellente, complice e molto a suo agio con i bambini. Quasi un nuovo membro della famiglia che si portano persino in vacanza a Formentera e al quale perdonano gli improvvisi piccoli attacchi di rigidità, che in realtà non sono altro che segnali di allarme della grave depressione di questa vedova, che vive molto lontano in un sobborgo economicamente svantaggiato e compie quotidianamente lunghi viaggi con i mezzi pubblici per andare al lavoro. A poco a poco, in segreto, poi in presenza dei bambini, di cui manipola la più grande nella speranza segreta che i suoi genitori facciano un terzo figlio, la tata inizia a deragliare...

Al di là della straordinaria interpretazione di Karin Viard (che aveva acquisito lei stessa i diritti del romanzo, prova che sapesse quanto questo ruolo le sarebbe calzato a pennello), sufficientemente contrastata da causare vera empatia e un minimo di tenerezza verso un personaggio facilmente assimilabile a una vera psicopatica, e che offre diverse sequenze da antologia (la tigre, il lasciarsi andare nell'appartamento in assenza dei suoi padroni, la pipì nel vasetto sotto gli occhi sbalorditi dei bambini), Chanson douce gioca la carta della suspense drammatica ai limiti dell'horror. Ben confezionato dalla musica di Pierre Desprats, l'insieme fa però acqua dalle parti della coppia di genitori che si rivela relativamente poco credibile, sia in termini di alchimia tra i due attori sullo schermo che di mancanza di vigilanza (o eccesso di fiducia) verso la babysitter. Completamente vampirizzati dalla tata, alla fine rispecchiano perfettamente un film in cui regna un'attrice molto potente, troppo potente per loro e forse anche per la giovane regista (al suo secondo lungometraggio dopo Fidelio, l’odyssée d’Alice [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Lucie Borleteau
scheda film
]
) che ha rilevato in corsa questo progetto avviato con un’altra regista e che firma qui un'opera esitante tra il film di genere e il cinema d'autore, il che non toglie nulla alla sua buona tenuta generale.

Prodotto da Why Not Productions e Pan-Européenne, Chanson douce è venduto nel mondo da StudioCanal.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dal francese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy