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VIENNALE 2019

Recensione: Johanna Dohnal - Visionary of Feminism

di 

- Nel suo ultimo documentario, Sabine Derflinger ritrae la visionaria donna politica femminista e la sua importante eredità

Recensione: Johanna Dohnal - Visionary of Feminism
Annemarie Aufreiter in Johanna Dohnal – Visionary of Feminism

Sembra che, con lo stato attuale delle cose nelle economie e politiche globali, alcuni degli eroi del passato siano stati sistematicamente dimenticati, così come è accaduto più e più volte per alcuni dei diritti e delle libertà ottenute lavorando duro – o addirittura lottando –  per tutelare la popolazione. Uno di questi eroi era la politica australiana Johanna Dohnal, socialista e femminista le cui attività nell’ambito dei diritti dei lavoratori e delle donne si estendevano aldilà di un contesto strettamente nazionale. Il documentario Johanna Dohnal - Visionary of Feminism [+leggi anche:
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, diretto da Sabine Derflinger (nota per documentari come One Out of 8 e Hot Spot, così come le fiction Day and Night e Anna Fucking Molnar [+leggi anche:
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), che pone l’iconica politica al centro dell’attenzione, è stato recentemente premiato alla Viennale.

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L’ambito strettamente austriaco del documentario lascia poche possibilità a una distribuzione internazionale più ampia, sebbene possano essere tracciati una serie di parallelismi con le tendenze contemporanee e le questioni sociali di tutta Europa. Ad ogni modo, la sua adattabilità alla TV e la chiarezza della narrazione di Derflinger potrebbero aprire la strada a una rispettabile performance in questo tipo di mercato.

Dal 1979-1995, Dohnal ricoprì due differenti incarichi per il governo austriaco: prima come Segretario di Stato per i Diritti e le Problematiche delle Donne, e dal 1990, come Ministro delle Donne. In quel periodo, lottò per la ridefinizione dei ruoli di genere (cercando di offrire altre opportunità di carriera alle donne, così come l’introduzione del congedo parentale per gli uomini),  sovvenzionando il congedo di maternità e garantendo i diritti pensionistici alle donne agricoltrici, istituendo centri di accoglienza per donne e bambini vittime di violenza domestica, e rendendo lo stupro coniugale legalmente equivalente allo stupro extraconiugale. Lottò duramente per le quote rosa che considerava uno strumento per permettere alle donne di essere rappresentate in uno scenario politico dominato da esponenti e funzionari uomini, piuttosto che come obiettivo in sé per sé. Oltre ad essere una femminista, fu anche una socialista convinta che proveniva dalla classe operaia e conosceva la vita delle donne lavoratrici fin troppo bene. Nella sua politica, i diritti dei lavoratori erano strettamente connessi alle problematiche delle donne, e considerava la dipendenza economica come uno dei principali strumenti di oppressione.

Derflinger analizza l’influenza di Dohnal sull’ambiente circostante, proiettata attraverso le testimonianze della vedova/convivente Annemarie Aufreiter, di sua figlia Ingrid Dohnal, di sua nipote Johanna-Helen Dohnal, di personaggi pubblici (tra cui vari artisti, performer, giornalisti e femministe contemporanee) e la società nel suo insieme. Il regista segue anche le tracce della sua carriera politica, nel periodo della sua ascesa durante il mandato di Bruno Kreisky e della sua discesa durante l’epoca di   Franz Vranitzky, quando Dohnal cadde vittima di pressioni politiche e dell’adozione globale del modello neoliberale, persino nei ranghi dei partiti politici di sinistra.

Durante il film, Derflinger fa uso del solito, collaudato metodo dell’arsenale del cinema documentario, come interviste a opinionisti su tematiche condotte in ambito lavorativo e domestico, e materiali d’archivio televisivo nei quali Dohnal difende la sua agenda politica, cosa che fa eloquentemente e appassionatamente. I momenti più toccanti sono gli estratti dal diario personale di Dohnal, con i quali Derflinger apre e chiude il film. Le riprese fisse di Christine A Maier ed Eva Testor e l’accurato montaggio di Niki Mossböck si adattano bene al materiale, e rendono Johanna Dohnal - Visionary of Feminism facile da guardare e seguire – e questo è indispensabile per un documentario con un tale carico informativo e sociale.

Johanna Dohnal - Visionary of Feminism è un film austriaco prodotto da Plan C Filmproduktion e Derflinger Film. Filmdelights gestisce sia la distribuzione nazionale che le vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese da Valentina La Rotonna)

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