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SAN SEBASTIAN 2019 New Directors

Recensione: Le Milieu de l’horizon

di 

- Delphine Lehericey rivisita un classico del cinema - il racconto di formazione estivo - e filma delle eroine in lotta con i propri sentimenti, in piena canicola

Recensione: Le Milieu de l’horizon
Laetitia Casta, Luc Bruchez e Thibaut Evrard in Le Milieu de l’horizon

Dopo aver diretto il documentario Une cheffe et sa bonne étoile, la regista svizzera che vive in Belgio Delphine Lehericey torna al Festival di San Sebastián sei anni dopo Puppy Love [+leggi anche:
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con Le Milieu de l’horizon [+leggi anche:
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intervista: Delphine Lehericey
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, il viaggio iniziatico di un giovane ragazzo che impara a conquistare la propria libertà vedendo sua madre e le donne intorno a lui emanciparsi contro tutto e tutti. Il film è proiettato nella sezione New Directors.

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1976. Un'estate rovente e di siccità in tutta Europa. Nella modesta fattoria di famiglia, il tredicenne Gus sente che il caldo non colpisce solo gli animali o i campi, ma altera anche il comportamento degli adulti che lo circondano. Nell'arco di qualche mese, si lascerà definitivamente alle spalle l'innocenza dell'infanzia.

È un movimento doppio quello che si svolge in queste poche settimane che cambieranno la vita di Gus. Da un lato, suo padre (l’impressionante Thibaut Evrard) vede il suo mondo crollare. Un mondo rurale, ancora visceralmente legato alla terra, che vede lo spettro del profitto e del capitalismo aleggiare sui suoi campi e le sue stalle. Il contadino, chiamato a salire sul treno della modernità, si è lanciato in un allevamento intensivo (per l’epoca) di polli, che accelererà la sua caduta, e che simboleggia la pericolosa disconnessione dell'uomo dalla natura. L'ambiente contadino, un ambiente di uomini, perde gradualmente la sua bussola. Nel film, gli uomini sembrano disperati, cercano i loro riferimenti, mentre tutto ciò che è stato loro insegnato sul loro posto nella società e sul loro rapporto con gli altri, in particolare con le donne, sembra andare in frantumi.

Le donne, dall'altra parte, sono determinate a riconquistare la loro libertà sensuale e intellettuale, fisica e politica. In lotta per prosperare in questo mondo rurale in pericolo, stanca di portare i piatti in tavola e di mettere a tacere i suoi sentimenti più profondi, la madre di Gus (la sconvolgente Laetitia Casta) osserva con un’ammirazione che si trasformerà in adorazione il vento di libertà che soffia sulla vita della sua amica Cécile (una misurata Clémence Poesy). Dal canto loro, la sorella maggiore di Gus e la sua migliore amica non intendono rimanere indietro e prendono in mano il loro destino.

Il giovane Luc Bruchez, una rivelazione, dona la sua vulnerabilità ma anche la sua forza e gentilezza al personaggio di Gus, spettatore di questo piccolo teatro degli adulti, ma protagonista della sua prossima rivoluzione.

Questo vento caldo, tanto violento quanto liberatorio, soffia sullo schermo grazie alla superba immagine creata da Christophe Beaucarne. Girato in pellicola, il film trasuda, un’inquadratura dopo l’altra, il torpore di questa estate tropicale. Una forza misteriosa e devastante spinge i personaggi nelle loro trincee, e permette loro di rinascere.

Nel suo contesto classico, il film, adattato da un romanzo di Roland Buti, raffigura un momento cruciale della storia recente, quando le basi del patriarcato cominciano a tremare sotto il colpo della liberazione delle donne, ma anche quando l'avvento di un capitalismo a oltranza schiaccerà il cuore degli uomini.

Le Milieu de l’horizon è prodotto da Box Productions (Svizzera) e coprodotto da Entre Chien et Loup (Belgio). Il film è venduto nel mondo da Be For Films. Outside The Box lo distribuirà il 2 ottobre prossimo in Svizzera.

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(Tradotto dal francese)

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