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SHEFFIELD DOC FEST 2019

Recensione: MOTHER

di 

- Il bellissimo doc di Kristof Bilsen si concentra su una badante a Chiang Mai, in Thailandia, che lavora in una casa per malati di Alzheimer europei

Recensione: MOTHER

Kristof Bilsen conferma il suo talento di documentarista con MOTHER, uno studio sul personaggio bello e sensibile incentrato su una badante thailandese specializzata nella cura dei malati di Alzheimer. Il film è stato presentato per la prima volta questa settimana allo Sheffield Doc/Fest, dove è in competizione per il Premio internazionale. Il film di Bilsen più lungo e completo fino ad oggi offre una prospettiva più globale sulla malattia neurodegenerativa rispetto ad altri documentari e lungometraggi di finzione realizzati finora sull'argomento. Kirsten Johnson (Cameraperson) firma la produzione esecutiva del film, e in effetti, MOTHER conserva alcune tracce dello sguardo sensibile ed eclettico visto nel suo lavoro.

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Espandendo la modalità del suo film precedente, Elephant's Dream, Bilsen intreccia abilmente vari studi sui personaggi; i suoi soggetti sono tendenzialmente individui che lottano per trarre il meglio dai loro lavori esigenti e precari. La figura principale di MOTHER è la testarda, resiliente Pomm, badante in una casa di cura con una clientela esclusivamente europea. È specializzata nell'assistenza di malati di Alzheimer e si dedica profondamente e commoventemente al suo lavoro, nonostante un contratto a tempo determinato che la lascia con prospettive incerte a lungo termine. Bilsen ritrae la sua vita domestica come altrettanto importante: per guadagnarsi da vivere, Pomm deve sostenere il sacrificio di stare lontana per mesi e mesi dai suoi tre amati figli (avuti da due precedenti partner), che vivono rispettivamente con la nonna e con il padre.

Piuttosto che limitare la sua attenzione alla lotta quotidiana contro la malattia, Bilsen pone domande di ampio respiro sulla condizione della famiglia moderna e sulla natura delle cure. I pazienti a cui Pomm viene assegnata appartengono tutti a benestanti famiglie borghesi svizzere e tedesche, e ci vengono offerti segmenti trasversali che mostrano le varie dispute al loro interno. Senza giudicare, vediamo una famiglia svizzera prendere la decisione di spedire la madre malata dall’altra parte del mondo per il trattamento. In tandem con la vita familiare frammentata di Pomm, il film offre una visione della famiglia del XXI secolo in cui la cura e l'intimità sono sempre delegate, con tutto il fardello assunto da un estraneo imparziale. Questo è accelerato dal fatto che le famiglie ricche – e, forse, indifferenti – hanno sufficiente denaro per cercare un sostegno esterno, presso lavoratori a basso reddito che dovrebbero essere remunerati meglio.

In termini più formali, Bilsen qui sboccia davvero: ogni momento, inserto e taglio nel film è al suo posto. Il regista trova tecniche intelligenti per presentare le diverse fasi della storia: vediamo filmati immacolati in HD, ben illuminati, intersecarsi con scene riprese con la camera a mano, più sporche, in soggettiva (nei crediti figura la stessa Pomm come operatore di macchina, probabilmente proprio per queste sequenze). Le voci alternate di Pomm e della figlia di uno dei suoi pazienti coprono le immagini a volte dolorose che vediamo. Di soli 82 minuti di durata, l’unico difetto di questo film è forse la sua brevità: ci sarebbe spazio per approfondire ulteriormente questo argomento, specialmente perché il doc è stato assemblato partendo da tre anni di riprese. Ma per ora, l'abilità di Bilsen nel portare alla luce queste storie universali è un risultato sufficiente.

MOTHER è una coproduzione belgo-olandese di VRT-Canvas, RTBF - Unité de Programmes Documentaires e EOdocs. Le vendite internazionali sono a cura della tedesca Deckert Distribution.

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(Tradotto dall'inglese)

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