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BERLINALE 2019 Panorama

Recensione: Searching Eva

di 

- BERLINO 2019: Chiunque voglia entrare nel mondo di Eva Collé, performer, personalità del web e protagonista del film di Pia Hellenthal, farebbe bene ad allacciare le cinture e fare un bel respiro

Recensione: Searching Eva
Eva Collé in Searching Eva

L’espressione “questo film non è per tutti” di solito è una specie di scudo verbale quando un critico non vuole essere troppo crudele o rigido nel parlare di un’opera d’arte discutibile. In questo caso, però, è solo una descrizione accurata del lungometraggio d’esordio di Pia Hellenthal, che al suo meglio assomiglia al vincitore del Leone d’Oro dello scorso anno, Ognuno ha diritto di amare [+leggi anche:
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scheda film
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, e che per la maggior parte del tempo sembra la lettura di un diario personale. Tuttavia, Searching Eva [+leggi anche:
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intervista: Pia Hellenthal, Eva Collé
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, in proiezione nella sezione Panorama alla 69ma edizione della Berlinale, non mette a disagio lo spettatore nella posizione di voyeur, poiché la regista e la protagonista non hanno nulla da nascondere. L’intero film infatti gira attorno a ciò che accade quando qualcuno fa crollare le barriere dell’intimità e si espone fino in fondo.

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La ventenne Eva Collé è una modella-artista-personaggio sui social media e una sorta di progetto d’arte vivente. Scrivendo e parlando di temi comunemente ritenuti intimi o imbarazzanti, e mostrando il proprio corpo in una varietà di luci, pose e condizioni che provocherebbero un impeto di rabbia a qualunque stilista, Eva riflette su chi è veramente. Per le il corpo è un oggetto di particolare interesse, così come lo sono le divisioni sociali e le etichettature. Suddividersi in categorie come “femminile”, “bisessuale” e “prostituta” è semplicemente troppo restrittivo per Eva, che vuole sbarazzarsi definitivamente di queste etichette oppure ridefinirle. Il film è costruito sulla sua voce narrante, citazioni di seguaci anonimi (un misto di ammirazione, odio ed empatia), le sue uscite nei club e altri luoghi a Berlino (una città che riflette perfettamente l’energia di Eva), e conversazioni incensurate con le sue amiche, la madre e potenziali coinquilini. È più un saggio o un diario visivo che un documentario, che potrebbe fare da allarme per alcuni e da invito per altri.

Come Ognuno ha diritto di amare di Adina Pintilie, Searching Eva sfida sicuramente i limiti, i pregiudizi e i gusti del pubblico. La vera domanda scottante, comunque, non riguarda la forma del film ma il contenuto: Eva, colei che vediamo sullo schermo, è davvero una persona reale o solo un “affresco” che cammina e parla? O forse lei “è” il suo lavoro, e quindi farsi questa domanda diventa inutile? Bè, questo dipende da ognuno di noi. 

Searching Eva è prodotto da Corso Film- und Fernsehproduktion, da Erik Wunker e Martin Roelly. Giorgia Malatrasi e Daniela Dieterich hanno partecipato alla produzione creativa.A livello internazionale il film è rappresentato dalla canadese Syndicado.

(Tradotto dall'inglese da Gilda Dina)

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