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ROMA 2018

Recensione serie: The Little Drummer Girl

di 

- Il debutto televisivo del visionario Park Chan-wook con la miniserie angloamericana tratta dal thriller di John Le Carré non alza mai il livello della tensione

Recensione serie: The Little Drummer Girl
Alexander Skarsgård e Florence Pugh in The Little Drummer Girl

Debutterà il 28 ottobre su BBC One (e a novembre negli USA)la miniserie BBC/AMC The Little Drummer Girl, tratto dall’omonimo romanzo di John le Carré (La Tamburina) e diretto dal regista coreano Park Chan-wook. Nel cast Alexander Skarsgård, Michael Shannon e Florence Pugh. Ambientato alla fine degli anni 70, il thriller ha come protagonista Charlie (Pugh), un'attrice di teatro accesa idealista e dalle idee politiche radicali, che incontra il misterioso Becker (Skarsgård), mentre è in vacanza in Grecia. Diventerà il perno di un complicato ingranaggio ideato da Kurtz (Shannon), uomo chiave dello spionaggio israeliano,  per scovare e annientare una famiglia di pericolosi terroristi palestinesi.

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Little Drummer Girl, che proviene dai produttori esecutivi della serie The Night Manager, vincitrice del Golden Globe e dell'Emmy Award, segna il debutto televisivo del visionario  film maker coreano, la cui regia deve però aver risentito della presenza dello stesso le Carré tra i produttori esecutivi. Nella Selezione Ufficiale della 13ma edizione della Festa del Cinema di Roma abbiamo potuto vedere le prime due delle sei puntate che compongono la serie. La prima inizia in modo piuttosto confuso e lento (esattamente come il libro).  Siamo nel 1979 e la casa di un diplomatico israeliano nella Germania Ovest viene devastata da una bomba al semtex trasportata da una giovane tedesca (sapremo dopo che era appartenuta alla banda Baader Meinhof). L’attentato porta la firma di tre fratelli palestinesi antisionisti che seminano il terrore nei paesi occidentali reclutando giovani europee come loro complici. Kurtz è sulle loro tracce da tempo ed ha un piano: utilizzare proprio una giovane occidentale che faccia il doppio gioco e diventi un’esca per i terroristi. Per quanto risulti poco plausibile convincere una giovane attrice che si dichiara a favore della causa palestinese a cambiare bandiera solo facendo leva sulla sua scelta artistica come riscatto da una vita banale tenuta nascosta, questo è proprio quello che succede in una troppo rapida scena nella seconda puntata. Vivere una doppia vita è come essere un attore, è come essere una spia. Tutta qui la metafora.

Del libro c’era stato un adattamento cinematografico nel 1984 firmato da George Roy Hill con Klaus Kinski nel ruolo di Kurtz, mentre Diane Keaton era una Charlie trasformata in trentenne americana. La versione tv di Park Chan-wook segue il romanzo nella sua complessità e lentezza e la tensione non si alza mai ad un livello tale da attirare l’attenzione dello spettatore, soprattutto se paragonato alla brillantezza di titoli come Munich di Steven Spielberg. The Little Drummer Girl va visto come un omaggio al cinema di spionaggio classico. Trovare tracce della mano che ha girato la Vengeance Trilogy e The Handmaiden è arduo. Il regista di Seoul ha dovuto tenere a freno tutto il suo humour nero e la ferocia che contraddistingue i suoi film a favore di un gelido susseguirsi di eventi mantenendo però la sua regia pulitissima e complessa e uno stile che unisce il cinema più classico con la modernità. Esattamente quello che pretendevano da lui i produttori anglo-americani di The Little Drummer Girl. La fotografia del coreano Kim Woo-hyung, che ha collaborato ad alcuni film storici di successo, ricostruisce una colorazione anni 70, passando con abilità dalla luce londinese e tedesca (in realtà quelle scene sono girate a Praga) a quella abbacinante delle spiagge della Grecia e ai notturni del Partenone ad Atene.

Ma è l’approfondimento dei personaggi che tarda ad arrivare nelle due prime puntate. Il grandeMichael Shannon entra con un po’ di fatica nei panni dell’uomo del Mossad, Alexander Skarsgård è un glaciale e ingessato Becker mentre Florence Pugh, la straordinaria e inquietante Catherine di Lady Macbeth [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: William Oldroyd
scheda film
]
, spiazza e non convince con la sua recitazione scostante.

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