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VENEZIA 2018 Fuori concorso

Recensione: 1938 Diversi

di 

- VENEZIA 2018: L’italiano Giorgio Treves conduce un’approfondita e consistente indagine esplorando alcuni anni difficili della storia italiana recente

Recensione: 1938 Diversi

“Il fascismo può tornare celandosi sotto le più innocenti spoglie. Il nostro dovere è smascherarlo e puntare il dito contro gli episodi neofascisti— ogni giorno, in ogni parte del mondo”. Un intenso paragrafo del saggio di Umberto Eco Il fascismo eterno, del 1995, chiude questo oscuro documentario, che, nei suoi 62 minuti di durata, riesce ad avvicinarsi al tema più di molti dei film di due o tre ore presentati quest’anno a Venezia.

Ottant’anni dopo l’introduzione delle leggi razziali fasciste in Italia, 1938 Diversi [+leggi anche:
trailer
intervista: Giorgio Treves
scheda film
]
, presentato fuori concorso a Venezia, ripercorre le cause scatenanti e tutte le conseguenze che hanno reso particolarmente difficili alcuni anni della storia nazionale del XX secolo. Diviso in sei sezioni, il regista nominato all’Oscar Giorgio Treves ne crea una valida ricostruzione.

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“Bisogna imparare a essere meno gentili, e più duri e spietati – in una parola: a essere come i padroni!” fu la dichiarazione aggressiva scagliata sugli italiani da Benito Mussolini nei primi anni Venti, imponendo la sua filosofia al paese. La Grande Guerra è stata “vinta” ed è il momento per l’Italia di assumere il ruolo di leader, come ai tempi dell’Impero Romano, di cui il regime vuole essere una continuazione. 

E così, inizia tutto. Un uomo qualunque si stringe nei suoi stivali, con i piedi a volte gonfi, e mentre le cose procedono rapidamente e Il Duce ottiene vittoria dopo vittoria, l’italiano continua a marciare, essendosi quasi abituato alle scomode calzature. I suoi figli fanno parte di gruppi giovanili come i Figli della Lupa e l’Italia è militarizzata, ma non ancora razzista.

Durante le battaglie d’Etiopia la superiorità dell’Italia è attivamente promossa, non per ultima nei fumetti, nei film e nelle canzoni. Molto meno ironici sono i decreti che proibivano la frequentazione dei neri, a cui, in un paese con nessuna forma di antisemitismo, segue l’ebreo italiano, visto fino a quel momento come un uomo qualunque, a volte anche con gli stivali. 

Il 14 luglio del 1938, Il Giornale d'Italia pubblica “Il Manifesto Della Razza,” in cui degli “scienziati” stabiliscono l’esistenza della razza e le varie differenze a seconda del tipo. Ancora una volta, le cose accadono velocemente. A novembre, in seguito alla promulgazione delle leggi, gli ebrei italiani sono soggetti a delle norme che gli negano tutto, dall’istruzione al lavoro. Ma il peggio deve ancora venire.

Treves scava a fondo nella sua indagine, mettendo insieme nitidi filmati d’archivio, commenti di esperti (illustri docenti universitari), fumetti, sequenze di poesia in video, oscene citazioni xenofobe, e soprattutto, le testimonianze di chi c’era. Forse il motivo di una commemorazione per l’ottantesimo anniversario – anziché per il centesimo – è che ci sono ancora persone che ricordano, e che possono parlare. 

La più autorevole tra queste è senza dubbio Liliana Segre, ora senatrice a vita del governo italiano, ma in quei giorni membro di una famiglia ebrea, che fu espulsa dalla scuola quando aveva otto anni e deportata a Birkenau cinque anni dopo. I suoi ricordi sono taglienti come lame, e raccontano la sorpresa, la paura, il dolore e l’oltraggio sia da parte degli abusati che degli abusatori. Le sue conclusioni terminano accompagnate da una citazione di Eco, degna di essere letta e riletta.

1938 Diversi debutta nei cinema italiani l’11 ottobre, distribuito da Mariposa Cinematografica, e verrà trasmesso su Sky TV il 23 ottobre. Prodotto da Tangram Film (Roberto LeviCarolina Levi) e SkyUpside Distribution si occupa delle vendite estere.

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(Tradotto dall'inglese da Giada Saturno)

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