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SUNDANCE 2018 Concorso World Cinema Dramatic

Recensione: Miserere

di 

- Il filmmaker greco Babis Makridis presenta il suo secondo film, una commedia cupa e impassibile che gioca con il tema del dolore in un ambiente assurdamente realistico

Recensione: Miserere
Yannis Drakopoulos in Miserere

Sono passati sei anni dal suo film d’esordio, L [+leggi anche:
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, presentato nel 2012 al Sundance Film Festival, e ora il regista-sceneggiatore Babis Makridis torna a Park City con la sua seconda fatica, Miserere [+leggi anche:
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(PityPity sarà proiettato successivamente a Rotterdam e a Göteborg.

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"L'espressione che le persone adottano quando provano pietà per qualcuno è un'espressione difficile da replicare se glielo chiedi". Mettendo questo motto al centro della sua vita quotidiana, un avvocato di 45 anni ben mantenuto (Yannis Drakopoulos) sta attraversando un momento di dolore a causa delle condizioni critiche di sua moglie (Evi Saoulidou). Dopo un grave incidente, lei è in coma, e lui riceve compassione incondizionata da tutti coloro che circondano lui e suo figlio. Tra doni banali, come una torta all'arancia dalla sua vicina, e gli auguri sinceri del suo lavandaio (Makis Papadimitriou), il protagonista si costruisce il suo regno: ogni mattina parte con un pianto e poi sprofonda nella malinconia. L'intensità di questi sentimenti di perdita prematura crea poco a poco dipendenza, e lui si trova a suo agio nella sua stessa infelicità. Ma questa sua vita da sogno è minacciata quando sua moglie si riprende. Come può continuare a ricevere tutta quella pietà?

Ancora una volta, Makridis e il suo co-sceneggiatore e amico Efthimis Filippou (The Lobster [+leggi anche:
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, The Killing of a Sacred Deer [+leggi anche:
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) creano un universo parallelo che ha molte somiglianze con la realtà, sebbene sia molto più cupo e divertente. Come in L, il loro eroe senza nome attraversa una crisi personale, ma questa volta non sta mettendo in discussione la sua identità, ma quasi la sua stessa esistenza. Invece di una macchina, è intrappolato in un ambiente patinato, impeccabile, sicuro, di alta classe. Il suo status professionale e personale non lo soddisfa come vorrebbe, poiché si sente soddisfatto solo quando viene compatito. Questo disordine emotivo al limite del masochismo e profondamente deprimente potrebbe facilmente sfiorare il grottesco se non fosse per l'equilibrio tra l'assurdità della storia e l'estrema ingenuità dell'eroe tragicomico, che non riesce a superare il destino che si è autoimposto.

Il tutto è esaltato dalla performance austera e impassibile di Drakopoulos, che, nonostante non faccia neanche una smorfia per tutto il film, riesce a trasmettere allo spettatore il suo inequivocabile lutto gioioso. L'ambiente altamente stilizzato e sterile, fotografato dal debuttante direttore della fotografia Konstantinos Koukoulios, crea la necessaria contraddizione con l'oscurità dell'eroe, specialmente quando è abbinato a una canzone folk adattata in modo piuttosto bizzarro, scritta da Filippou e cantata da Drakopoulos. Con Miserere, Makridis abbandona la sua precedente narrazione segmentata, a "vignette", e ne offre una leggermente più lineare, che gli consente di sviluppare una trama in crescendo e di costruire un personaggio principale più solido. Il risultato è che il film funziona come una continuazione realistica del suo lungometraggio d’esordio, e si prevede che godrà di un'accoglienza ancora migliore da parte di un pubblico più ampio.

Miserere è una coproduzione greco-polacca dei produttori di L Amanda Livanou (Neda Films/Beben Films) e Christos V Konstantakopoulos (Faliro House), con Klaudia Śmieja, Beata Rzeźniczek (Madants Films), ORKA e Foss Productions. Il film è supportato da Eurimages, il Greek Film Centre, il Polish Film Institute, l’Onassis Foundation e ERT SA. La compagnia di base a Varsavia New Europe Film Sales gestisce le vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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