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ZURIGO 2017

I Am Gentrification. Confessions of a Scoundrel, analisi di una psicosi collettiva

di 

- Il regista svizzero Thomas Haemmerli presenta allo Zurich Film Festival un ritratto brutale di una società paranoica

I Am Gentrification. Confessions of a Scoundrel, analisi di una psicosi collettiva

Dieci anni dopo aver osservato la sua storia familiare attraverso la lente della sua cinepresa (Seven Dumpsters and A Corpse) Thomas Haemmerli ci regala la sua ultima fatica I Am Gentrification. Confessions of a Scoundrel [+leggi anche:
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scheda film
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, documentario irriverente e intriso di umore nero che ci confronta con le nostre fobie. Il film è stato proiettato al Zurich Film Festival.

La città di Zurigo è davvero sul punto di cedere al caos? Gli abitanti stanno a poco a poco divorando lo spazio urbano? Quello della sovrappopolazione è un problema che tocca solo le “metropoli” svizzere oppure si tratta di una “malattia” contagiosa che si sta espandendo a livello mondiale?

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Thomas Haemmerli affronta queste domade spinose da una prospettiva autobiografica: mercato immobiliare impazzito, sviluppo urbano, architettura, xenofobia o gentrificazione, niente lo spaventa!

Il suo percorso di vita non è certo liscio e lineare: un’infanzia borghese dominata dal benessere a Zürichberg, un’adolescenza vissuta negli squats, delle collocazioni o degli appartamenti di yuppy ed in fine una serie quasi (per non dire totalmente) imbarazzante di residenze secondarie in differenti metropoli mondiali.

Thomas Haemmerli è un personaggio affascinante e ambiguo che incarna in sé il paradosso proprio a molti svizzeri: borghesia e ricerca di semplicità, sicurezza finanziaria e smania d’underground. Insomma, la vita ci spinge spesso verso strade che non avremmo mai creduto percorrere, come a ricordarci che “solo gli stupidi non cambiano idea”.

Diventato padre, il nostro regista elvetico dai mille volti vuole paradossalmente promuovere la valorizzazione di Zurigo diventando il proprietario di un appartamento rinnovato della città. Assurdità? Forse, fatto è che il documentario di Haemmerli non smette di ammaliarci con quel tocco di ironia e umore nero che impregna tutti i suoi film.

I Am Gentrification è un documentario dinamico, inaspettato dove il regista si prende gioco delle psicosi della destra conservatrice che crede che gli immigrati possano soffocare il territorio elvetico, della sinistra che si oppone alla modernità architettonica ma anche e soprattutto di se stesso, parte integrante di un meccanismo perverso nel quale lo spazio urbano diventa il privilegio di pochi.

La voce narrante del regista, pacata e monocorde, quasi meccanica, si accorda perfettamente con le immagini delle varie metropoli mondiali che diventano, attraverso la cineprese di Haemmerli, immensi predatori pronti a sferrare l’attacco.

Malgrado il regista ci mostri la realtà con brutale intensità, quello che cerca non è lo scoop o le soluzioni miracolo. Quello che conta sono le domande più che le risposte come a volerci mostrare che la realtà è molto più complessa di quello che ci è dato vedere. Le città sono degli organismi viventi, ribelli e complessi in costante mutazione, che ci sfuggono tanto quanto ci affascinano. Haemmerli le osserva con distacco e affetto, attraverso il prisma della suo percorso personale. Il risultato è sorprendente.

I Am Gentrification. Confessions of a Scoundrel è prodotto da Ican Films e Schweizer Radio und Fernsehen e distribuito da Filmcoopi Zürich.

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