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FILM Slovenia / Croazia

Playing Men: alla scoperta di mascolinità e competizione

di 

- Nel miglior documentario sloveno dell'anno, Matjaž Ivanišin passa dai giochi maschili mediterranei alle varie interpretazioni della parola “giocare”

Playing Men: alla scoperta di mascolinità e competizione

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di Matjaž Ivanišin si è aggiudicato, la settimana scorsa, il Premio Vesna per il miglior documentario al Festival of Slovenian Film di Portorose (leggi la notizia), dopo essere stato presentato in anteprima mondiale al FID di Marsiglia. Il film è un insieme di varie forme di documentario, che sorprende ripetutamente lo spettatore nei suoi oltre 60 minuti, facendolo ridere, ma anche pensare e riflettere.

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Il regista rispetta le aspettative del titolo sin dalle scene iniziali, con una visita a un torneo di lotta nell'olio, sport nazionale turco. Questo sport tipicamente maschile (malgrado la vistosa componente omoerotica) è presto seguito dalla presentazione, dai toni teatrali, di un altro sport, questa volta siciliano: un prete nigeriano si affaccia da un balcone di Novara di Sicilia, con in mano una forma di Maiorchino, di cui ci racconta la storia. Poi, vediamo il formaggio rotolare per diverse scene lungo le strette vie di pietra della città, fino a che non si ferma, e qualcuno del luogo racconta un paio di simpatici aneddoti su questo passatempo.

Poi è la volta della morra, un gioco che si fa unicamente con le mani. Le regole sono difficili da capire e ne esistono diverse varianti nell'area del Mediterraneo, ma il gioco è così piacevole da guardare che non è poi così importante capire come viene stabilito il vincitore. Si gioca in coppia e ogni uomo apre una mano, mostrando da una a cinque dita; i numeri da azzeccare sono urlati e il tutto è accompagnato da una gestualità esasperata, tipica della tradizione popolare italiana, nonostante la morra sia giocata anche in Slovenia e nella parte croata dell'Istria.

Dopo un ballo e un paio di altri sport, alcuni dei quali sono caduti in disuso e sopravvivono solo nella memoria del folklore, il regista decide di orientare la telecamera su se stesso, attraverso un'operazione meta-cinematografica troppo sorprendente e ben riuscita per essere svelata. Poi, attraverso la sua personale esperienza, si addentra nel match leggendario di uno sport particolare, universalmente noto, ma che ha un peso particolarmente importante nella regione adriatica e in quella più ampia del Mediterraneo.

Playing Men è un documentario che giocosamente (si perdoni, di nuovo, il gioco di parole) esplora mentalità e tradizioni connesse al “giocare” e alle sue varie declinazioni: dagli sport, alla musica, alla recitazione, sia nella vita personale e nei ruoli che interpretiamo, sia nel senso letterale, teatrale o cinematografico. Con la sua struttura dinamica e la sua sorprendente divisione in due parti, quella sociale e quella personale, e spaziando nei riferimenti culturali dal locale al globale, il film esplora le diverse espressioni e connotazioni della mascolinità, spesso rovesciandole, semplicemente spostando il contesto. Il concetto di competizione, invece, non viene mai esplicitamente alla luce, ma è inevitabilmente presente nelle stratificazioni della narrazione.

Playing Men è una coproduzione della slovena Nosorogi e della croata Restart.

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(Tradotto dall'inglese)

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