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FILM Francia

Le Ciel étoilé au-dessous de ma tête: nella testa di un artista fallito

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- Il film d’esordio di Ilan Klipper è un comedy-drama psicologico sul giudizio negativo che ci dà chi ci vuol bene, pur con le migliori intenzioni

Le Ciel étoilé au-dessous de ma tête: nella testa di un artista fallito

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, il primo film del francese Ilan Klipper (noto per il corto Juke-Box, che gli è valso il Premio Speciale della Giuria a Clermont-Ferrand nel 2014), scritto insieme a Raphaël Neal, ha appena avuto la sua premiére internazionale nella sezione Young Spirit of Europe del Festival Europeo del Cinema di Palić, dopo essere stato proiettato all’ACID di Cannes.

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Bruno (Laurent Poitrenaux, che abbiamo visto quest’anno in Rodin [+leggi anche:
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) è uno scrittore cinquantenne il cui romanzo Le Ciel étoilé au-dessous de ma tête è stato pubblicato nel 1996, mandando in visibilio la critica. Adesso, a distanza di vent’anni, il suo romanzo d’esordio rimane l’unico titolo a suo nome, condivide un appartamento, passa le sue notti online, si sveglia alle due del pomeriggio, non esce quasi mai, e la sua unica compagnia sembra essere quella di un pappagallo domestico. Un giorno riceve la visita dei suoi genitori (François Chattot e Michèle Moretti), del suo migliore amico Alain (il musicista e compositore della colonna sonora Frank Williams), della sua ex moglie Laetitia (Marilyne Canto), che porta anche una psichiatra Sophie, (Camille Chamoux), perché è preoccupata della sua salute mentale.

All’inizio la situazione si sviluppa lentamente con Sophie che dà indicazioni agli altri, quando Bruno non è con loro, e con quest’ultimo crede che i suoi vogliano accoppiarlo, il che spiegherebbe come mai hanno portato una donna così affascinante. Sarebbe normale visto che è un uomo solo e che esce raramente di casa, ed è così che interpreta anche le sue comunicazioni online persino con amiche di vecchia data. Bruno ha anche la scena di un film in cui proietta spesso le sue fantasie: Sophie Marceau e Gerard Depardieu in Police di Maurice Pialat.

Tuttavia, viene presto a galla il motivo per cui parenti e psichiatra sono lì: prenderlo e portarlo in un centro di salute mentale, con o senza il suo consenso. Quando arrivano due nerboruti infermieri, si scatena il finimondo e la vicenda prende una piega che sarebbe un peccato svelare qui ai futuri spettatori.

Klipper cerca sempre di calare il pubblico nella testa del protagonista. Non sappiamo mai con sicurezza se quello a cui assistiamo sono le sue fantasie o la realtà dei fatti, perché il regista spesso le tratta entrambe con lo stesso tono, rendendo più intrigante l’esperienza di chi guarda. C’è sempre molto da vedere e grazie all’abilità di Klipper e della montatrice Carole Le Page quello che sarebbe fondamentalmente un film da camera a soggetto psicologico risulta invece molto vario e dinamico.

Il film spinge a domandarsi quanto i nostri cari ci conoscono veramente e quanto la loro percezione di noi possa cambiare in base al loro punto di vista e ai loro bisogni emotivi, piuttosto che in base alle nostre azioni. La sola persona che sembra capire veramente Bruno è la sua coinquilina Justyna (Alma Jodorowsky, con la quale interpreta una scena adorabile) mentre Laetitia, piuttosto inaspettatamente, sembra essere quella che voglia proteggerlo nella maniera più disinteressata.

Tutti gli attori sono eccellenti, e Poitrenaux, per la prima volta nei panni del protagonista in un lunga e onorata carriera passata soprattutto in teatro, mette tutto se stesso in questo personaggio nevrotico, egoista, sicuramente in difficoltà, ma essenzialmente umano.

Le Ciel étoilé au-dessous de ma tête è stato prodotto da bathysphere Productions, e Happiness Distribution lo farà uscire in Francia nel marzo 2018.

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(Tradotto dall'inglese)

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