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CANNES 2017 Selezione Ufficiale

La Croisette nel mirino

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- Favoriti, outsider, probabili, possibili: alcuni nomi per orientarsi nella giungla dei potenziali candidati al 70° Festival di Cannes (dal 17 al 28 maggio 2017)

La Croisette nel mirino
(© Louis Fauquembergue / FDC)

In attesa che il 67° Festival di Berlino annunci il suo palmarès sabato, i professionisti dell’industria cinematografica mondiale cominciano a volgere tutta la loro attenzione e le loro energie verso il 70° Festival di Cannes (dal 17 al 28 maggio 2017), di gran lunga la più bella vetrina della settima arta e anche il mercato più prolifico. E ora che il delegato generale Thierry Frémaux ha svelato in parte i segreti della scelta dei titoli in lizza sulla Croisette nel suo recente e appassionante libro Sélection officielle, sappiamo che il processo decisionale comincia ora e che il cartellone va a riempirsi segretamente poco a poco nei due mesi a venire. E come al solito, rumors, pronostici e altre divinazioni sono in pieno corso sul pianeta cinefilo per predire quali titoli si contenderanno la Palma d’Oro 2017 che sarà assegnata da una giuria presieduta da Pedro Almodóvar (leggi la news). Una piccola panoramica non completa sui potenziali candidati.

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Tra i cineasti europei, quasi tutti scommettono su Happy End [+leggi anche:
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dell’austriaco Michael Haneke, Loveless [+leggi anche:
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del russo Andreï Zviaguintsev, A Gentle Creature [+leggi anche:
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dell’ucraino Sergeï Loznitsa, Thelma [+leggi anche:
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del norvegese Joachim Trier, Jupiter's Moon [+leggi anche:
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 dell’ungherese Kornel Mundruczo, The Square [+leggi anche:
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dello svedese Ruben Ostlund e You Were Never Really Here [+leggi anche:
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dello scozzese Lynne Ramsay, ai quali si possono aggiungere i film francesi Mektoub is Mektoub di Abdellatif Kechiche (news), Les fantômes d'Ismaël [+leggi anche:
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di Arnaud Desplechin, Jeannette [+leggi anche:
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di Bruno Dumont e L'atelier [+leggi anche:
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 di Laurent Cantet.

Per gli Stati Uniti, i candidati più papabili sono The Beguiled di Sofia Coppola, Wonderstruck di Todd Haynes e Radegund di Terrence Malick (che UGC ha acquisito per la distribuzione in Francia), oltre a Downsizing di Alexander Payne.

Sono ben piazzati nella lista dei "probabili" anche Une saison en France [+leggi anche:
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del ciadiano Mahamat-Saleh Haroun, Radiance della giapponese Naomi Kawase e Claire's Camera [+leggi anche:
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del coreano Hong Sang-soo (con protagonista Isabelle Huppert e girato a Cannes l'anno scorso, durante il festival).

Saranno pronti in tempo? La domanda si pone per The Killing of a Sacred Deer [+leggi anche:
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intervista: Yorgos Lanthimos
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del greco Yorgos Lanthimos (che pare sia immerso nella pre-produzione del suo film successivo) e Where Life is Born del messicano Carlos Reygadas, e ancor più per i lungometraggi girati a fine 2016-inizio 2017 come April's Daughter del messicano Michel Franco, Roma del suo connazionale Alfonso Cuaron, Kings [+leggi anche:
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della turca Deniz Gamze Ergüven, D'après une histoire vraie [+leggi anche:
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di Roman Polanski e il misteriosissimo Burning del coreano Lee Chang Dong (tratto da Haruki Murakami). Quanto a Zama dell’argentina Lucrecia Martel, non potrà in alcun modo partecipare alla competizione poiché il presidente della giuria Pedro Almodóvar è coproduttore del film. Infine, è certo che Luxembourg dell’ucraino Myroslav Slaboshpitsky (news) non sarà pronto a maggio.

Tra gli outsider si possono citare Okja del coreano Bong Joon-ho, When the Waves are Gone [+leggi anche:
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del filippino Lav Diaz, Feng Zhong You Duo Yu Zuo De Yun del cinese Lou Ye (in un registro che si annuncia più per il grande pubblico rispetto alle sue opere precedenti), Strolling Invader del giapponese Kiyoshi Kurosawa, Foxtrot dell’israeliano Samuel Maoz, Abracadabra [+leggi anche:
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dello spagnolo Pablo Berger, Mug [+leggi anche:
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 della polacca Malgorzata Szumowska, Under the Silver Lake dell’astro nascente americano David Robert Mitchell, Le Fidèle [+leggi anche:
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del belga Michael R. Roskam, Grain [+leggi anche:
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del turco Semih Kaplanoglu (da tempo in post-produzione), A Sort of Family dell’argentino Diego Lerman, La cordillera [+leggi anche:
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del suo connazionale Santiago Mitre, Monos [+leggi anche:
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dell’uruguayano Alejandro Landes, Western della tedesca Valeska Grisebach, Lean on Pete dell’inglese Andrew Haigh (news), Dark River [+leggi anche:
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del suo connazionale Clio Barnard, e sul fronte francese, Le Redoutable di Michel Hazanavicius (news), 120 battements par minute [+leggi anche:
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di Robin Campillo e Barbara di Mathieu Amalric (news).

Sono ai blocchi di partenza, fra gli altri, anche His Master's Voice [+leggi anche:
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dell’ungherese Gyorgy Palfi, Dovlatov del russo Alexey German Jr, How to Talk to Girls at Parties [+leggi anche:
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dell’americano John Cameron Mitchell, Good Favour [+leggi anche:
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dell’irlandese Rebecca Daly, L'insulte del libanese Ziad Doueiri (news), Euphoria [+leggi anche:
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della svedese Lisa Langseth, Love Me Not del greco Alexandros Avranas e Eye on Juliet del canadese Kim Nguyen. Sulla linea di partenza si accalcano inoltre Oro dello spagnolo Agustin Diaz Yanes (news), The Box del venezuelano Lorenzo Vigas, A ciambra [+leggi anche:
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dell’italiano Jonas Carpignano, Nina dello slovacco Juraj Lehotsky (news), A Storm in the Stars della saudita Haifaa Al-Mansour (news), Les Carnivores dei fratelli belgi Jérémie e Yannick Renier, Laissez bronzer les cadavres dei franco-brussellesi Hélène Cattet e Bruno Forzani (news), The Real Estate [+leggi anche:
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degli svedesi Mans Mansson e Axel Petersén, Beyond Words [+leggi anche:
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della regista polacco-olandese Urszula Antoniak, Frost [+leggi anche:
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del lituano Sharunas Bartas, Khibula del georgiano George Ovashvili, Koko-di Koko-da [+leggi anche:
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dello svedese Johannes Nyholm, il nuovo film ancora senza titolo dello sloveno Olmo Omerzu e Under the Tree dell’islandese Hafsteinn Gunnar Sigurdsson. E tra i francesi spiccano Fleuve noir [+leggi anche:
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di Erick Zonca, L'amant d'un jour di Philippe Garrel (news), Rodin [+leggi anche:
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di Jacques Doillon, Nos années folles di André Téchiné (news), Madame Hyde di Serge Bozon (news), Marvin [+leggi anche:
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di Anne Fontaine, Au revoir, là-haut di Albert Dupontel, Espèces menacées [+leggi anche:
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di Gilles Bourdos e Demain et tous les autres jours di Noémie Lvovsky (news), mentre si sa già che Les gardiennes [+leggi anche:
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di Xavier Beauvois (news) sarà ancora in post-produzione.

Tra le opere prime figurano, fra gli altri, I Am Not A Witch [+leggi anche:
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della zambiana Rungano Nyoni, Hier [+leggi anche:
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dell’ungherese Balint Kenyeres, On Chesil Beach dell’inglese Dominic Cooke, Après la guerre (After the War) della sua connazionale Annarita Zambrano (news), La part sauvage del belga Guérin Van Der Vorst, The Gulf del turco Emre Yeksan, The Charmer [+leggi anche:
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intervista: Ardalan Esmaili
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dell’iraniano Milad Alami, e per la Francia, Si tu voyais son coeur [+leggi anche:
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di Joan Chemla, Ava [+leggi anche:
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di Léa Mysius (news), Petit Paysan [+leggi anche:
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 di Marie Garel Weiss, Cornelius, le meunier hurlant [+leggi anche:
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di Yann Le Quellec (news), Jusqu'à la garde di Xavier Legrand (news) e Luna di Elsa Dirringer.

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(Tradotto dal francese)

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