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TORINO 2016

La mécanique de l’ombre: thriller politico con ombre kafkiane

di 

- Il primo lungometraggio di Thomas Kruithof tende più a confondere che a spiegare come funzionano i gangli del potere

La mécanique de l’ombre: thriller politico con ombre kafkiane
François Cluzet in La mécanique de l’ombre

Il protagonista del film di Thomas Kruithof, La mécanique de l’ombre [+leggi anche:
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scheda film
]
, in competizione alla 34a edizione del Torino Film Festival, è Duval (François Cluzet) un uomo di mezza età rimasto disoccupato in seguito a un esaurimento nervoso da troppo lavoro, una patologia chiamata comunemente burn out. Senza impiego e quindi ricattabile, si ritrova a essere pedina di un complotto politico che vede in campo i servizi segreti da una parte e un presunto partito nazionalista dall’altra, alla vigilia delle elezioni presidenziali. 

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Un thriller politico con ombre kafkiane e una sceneggiatura complessa che tende più a confondere che a spiegare come funzionano i gangli del potere. L’argomento è d’attualità e sarebbe meglio approfondirlo (ci sono appena state le primarie della destra francese) ma la regia invece di sviluppare la sceneggiatura scade nel particolare, prova l’uso esasperato del dettaglio cinematografico. 

Nonostante il film mantenga per tutta la durata la tensione necessaria a un thriller e l’ottima prova nel ruolo del cattivo di Denis Podalydès, la pellicola non dà gli adeguati segnali d’interpretazione della realtà politica: mischia troppo le carte, accenna solo in parte all’utilizzo strumentale di fatti di cronaca da parte dei politici più spregiudicati e offre una visione blanda del potere dei servizi segreti francesi.

Si apprezza nel film l’intento di voler spiegare l’ascesa al potere dei vari partiti nazionalisti e del massiccio uso della sorveglianza per impadronirsi del potere ma non funziona l’intreccio tra la vita privata di Duval, già piena di problemi, e le vicende in cui viene coinvolto. Un film di denuncia che si limita a svogliati clin d’oeil e si comporta in fin dei conti come gli stessi politici che vorrebbe descrivere: sparando nel mucchio.

Prodotto da Thibault Gast e Matthias Weber per 24 - 25 film e coprodotto dai belgi di Scope Pictures, il film sarà distribuito da Océan Films Distribution.

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