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FILM Francia

Les Ogres: un’opera folgorante firmata Léa Fehner

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- Premio del pubblico a Rotterdam, il galvanizzante secondo lungometraggio della cineasta è lanciato oggi nelle sale francesi da Pyramide

Les Ogres: un’opera folgorante firmata Léa Fehner
Adèle Haenel e Marc Barbé in Les Ogres

"Non voglio nulla davvero ed è un’esigenza; non essere nulla davvero è forse una fortuna". Riprese ad alta voce da tutti i membri della troupe teatrale itinerante protagonista dell’entusiasmante Les Ogres [+leggi anche:
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 di Léa Fehner, queste parole di una canzone originale scritta per il film riassumono piuttosto bene lo spirito di libertà sfrenata che abita un’opera letteralmente folgorante che fa un ritratto brillante ed esagitato, tenero e crudele allo stesso tempo, di una piccola comunità artistica.

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Quadro truculento, trepidante, emozionante, tonante, oscillante senza sosta da un eccesso all’altro, da inseguimenti per strada a colpi di clacson a soste epiche nella no man's land delle stazioni di servizio, dalle crisi di cuore agli slanci dei corpi, dalle parate in strada agli spettacoli serali (Il cabaret di Checov), dalle bevute attorno al tendone ai postumi dell’ubriachezza, le ferite del passato che si intrecciano con le emozioni del presente, dai problemi materiali del quotidiano della troupe all’influenza talvolta corrosiva delle vecchie amicizie, senza dimenticare risse, nascite improvvise, insulti e parole dolci, sogni scatenati e delusioni da superare: alimentata dal fuoco collettivo, l’esaltazione della vita d’artista non è facile!

Questa intensità delle gioie e dei drammi, questa passione per la scena che contamina tutti gli istanti del reale, questo appetito divorante d’interazioni umane in cui ego molto forti si costeggiano nel bene e nel male, la regista li conosce intimamente poiché ha vissuto tutta la sua infanzia nel teatro itinerante fondato da suo padre François Fehner che nel film ha il ruolo del padrone, regista e attore, detonatore e consolatore, del Davaï Théâtre, una troupe di una quindicina d'artisti in tournée in piccole città della Francia. Ma in questo microcosmo ribollente, le crisi individuali, specialmente coniugali, e i drammi del tempo che passa scuotono l’intero edificio, in una manifestazione pubblica e spesso crudele dei sentimenti ("i tuoi desideri sono diventati striminziti"). Perché "quando si vogliono infrangere le regole, bisogna pagare...".

Diretto magistralmente in un turbinio senza tempi morti in cui la camera danza attorno ai personaggi (grazie al talentuoso direttore della fotografia Julien Poupard), dando a ciascuno dei suoi numerosi interpreti una vera identità che fanno loro con passione (menzione speciale per Marc BarbéAdèle HaenelMarion Bouvarel e Lola Dueñas), Les Ogres conferma tutto il potenziale straordinario mostrato da Léa Fehner nel suo primo lungometraggio, Qu'un seule tienne et les autres suivront [+leggi anche:
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 (svelato ai Venice Days 2009 e premio Louis Delluc della miglior opera prima). Dotata di un profondo senso dell’umano e del reale, la cineasta ha il dono di trascenderli e la sua audacia le garantisce un avvenire cinematograficamente appassionante.

Prodotto da Philippe Liégeois per Bus Films, Les Ogres è distribuito in Francia e venduto nel mondo da Pyramide.

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(Tradotto dal francese)

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